Il Patto per lo sviluppo della Sardegna, firmato lo scorso 29 luglio dal Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e dal Premier Matteo Renzi, con grande risalto mediatico e accompagnato da manifestazioni di esultanza, ha riservato ai vincitori dei ricorsi al TAR contro la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo una polpetta avvelenata.
Nella scheda
di dettaglio del Patto, resa pubblica solo dopo la firma dell’accordo, riappare
il fantasma del revamping dell’inceneritore di Macomer per il quale viene
attribuito, fra gli interventi strategici dell’Asse di intervento sullo
“Sviluppo economico e produttivo”, un finanziamento di oltre 38 milioni di
euro. (Vedi qui)
L’operazione
non solo è sconcertante perché interviene dopo una sentenza del TAR che ha
annullato tutti gli atti autorizzativi ed endoprocedimentali per la realizzazione del revamping di
Tossilo, ma è scorretta e molto discutibile anche sul piano
economico-finanziario. L’intervento si configura infatti come un doppio
finanziamento in quanto il revamping era già stato completamente finanziato con
fondi regionali fra l’altro considerati fuori scala dai giudici amministrativi.
La cifra messa a disposizione è risultata del 30 per cento circa superiore al
valore massimo che la stessa Regione aveva stimato per gli interventi di
revamping come quello di Macomer.
Una scelta
che, nella sua incomprensibilità, dimostra l’incapacità della politica
regionale a programmare in maniera corretta i propri investimenti per uno
sviluppo coerente con le esigenze dei singoli territori.
La scelta
appare ancora più incomprensibile e inaccettabile poiché riguarda un settore
come quello della gestione dei rifiuti solidi urbani rispetto al quale la
Regione Sardegna appare colpevolmente inadempiente. Come riportato dalla
sentenza del Tar Sardegna ed evidenziato in più occasioni dallo stesso Comitato
Non bruciamoci il futuro e dall’associazione Zero Waste Sardegna, la Regione
non ha ancora provveduto ad aggiornare il proprio Piano di gestione dei rifiuti
che sarebbe dovuto essere rinnovato già dal 2014 e, per questo motivo, è stata
sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’UE. A questo proposito
occorre rimarcare che rimane ancora una volta disatteso l’ o.d.g. del Consiglio
regionale del 13.05.2015 che aveva impegnato la Giunta regionale ad aggiornare
il Piano regionale di gestione dei rifiuti “….prima di intervenire in materia di gestione dei rifiuti, compresi i
procedimenti su Tossilo” e a promuovere uno studio sulla salubrità del
territorio del Marghine e sulla salute dei suoi residenti.
Non solo
questi impegni non sono stati mantenuti, ma la Giunta dimostra per l’ennesima
volta di voler sostenere contro la volontà dei cittadini e oggi anche contro il
parere del Tar, un intervento palesemente illegittimo e eccessivamente costoso
che viola lo stesso Piano regionale di Gestione dei Rifiuti approvato dalla
Giunta regionale.
Alla luce di
quanto emerso sollecitiamo il Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru
e i Consiglieri regionali affinché questo finanziamento venga stralciato dal Patto e le
relative risorse vengano destinate ad interventi e progetti alternativi all’incenerimento, per uno sviluppo sostenibile
e duraturo anche nel settore della gestione dei rifiuti. La riprogrammazione di
questo settore secondo i nuovi dettami dell’Unione europea e del relativo
pacchetto per l’economia circolare che prevedono il rapido e progressivo
allontanamento dall’incenerimento dei rifiuti, con o senza recupero energetico,
entro il 2020, e la dismissione degli inceneritori esistenti, costituisce
un’opportunità per salvaguardare, insieme alla salute e all'ambiente, anche le prospettive
occupazionali nel nostro territorio. In questo contesto insistere sul vecchio
modello rappresenterebbe un ulteriore rischio per la salvaguardia del posto di
lavoro dei circa 40 operatori attualmente occupati nella piattaforma di
trattamento dei rifiuti di Macomer.
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