L'importante
sentenza con cui il Tar Sardegna ha annullato tutti gli atti riguardanti la
procedura per la realizzazione del nuovo inceneritore che la Regione avrebbe
voluto realizzare a Macomer rimette finalmente ordine nella complessa quanto
ormai vecchia programmazione regionale in tema di gestione dei rifiuti solidi
urbani.
Lo fa
accogliendo in pieno le considerazioni che, sul tema, il Comitato Non Bruciamoci
il Futuro e l’Associazione Zero Waste Sardegna hanno ripetuto
completamente inascoltati dalle istituzioni preposte
per diversi anni, alla ricerca di una soluzione alternativa all'incenerimento
che coinvolgesse il territorio del Marghine e la città di Macomer.
Molti
osservatori attenti e interessati solo alla soluzione del problema hanno colto
l'importanza di questo esito ma, nella peggiore tradizione locale, quella
sentenza ha scatenato anche il malumore scomposto di chi da questa vicenda esce
sonoramente sconfitto e ne discute ancora una volta senza entrare nel merito
delle questioni poste dal procedimento amministrativo cercando di allontanare
da sé le proprie responsabilità politiche per scaricarle sugli altri.
Secondo
il consigliere Congiu “il nuovo
inceneritore non avrebbe impattato sulla salute umana così come per mesi
qualcuno ha tentato di far credere”.
Ancora una volta si cerca di confondere le carte lasciando credere che i
comitati siano stati sconfitti. In realtà la sentenza sulla questione salute
sostiene che “La sussistenza di rischi per la salute
pubblica e per l’ambiente non è stata dimostrata” il che non significa che l’inceneritore non inquini.
Non si può travisare
questo concetto perché i dati sulla mortalità e l’incidenza, pubblicati dal CEA di
Nuoro e dal Registro dei Tumori di Nuoro, negli ultimi 15 anni segnalano comunque un trend in forte aumento delle patologie tumorali nel distretto di
Macomer rispetto agli altri distretti del Nuorese, e questo fatto costituisce,
almeno per i cittadini, una grande preoccupazione.
Lasciamo
il rappresentante del territorio in Consiglio regionale con le sue certezze
ricordandogli che ancora i cittadini aspettano gli esiti degli studi
epidemiologici promessi a suo tempo dalla Asl di Nuoro sul tema in questione e
mai realizzati.
Nessun commento invece, da parte sua, sul fatto che il Tar abbia ritenuto illegittime le delibere
con cui l'impianto di incenerimento di Macomer è stato finanziato perchè
contrarie alla programmazione che la stessa Regione si era data.
Nulla
dice sul fatto che rispetto al Piano regionale dei rifiuti quell'opera era
sovradimensionata nelle quantità di rifiuti da trattare, nella sua potenza e
che, anche il finanziamento che supportava l'opera, era superiore di almeno 12
milioni di euro rispetto ai parametri che la stessa Regione si era data.
Silenzio anche sul fatto che la Regione Sardegna sia sottoposta a
infrazione dall'Unione europea proprio perchè non ha rinnovato la sua
pianificazione in tema di gestione dei rifiuti nei tempi previsti dalle
direttive comunitarie recepite dalla Stato italiano.
Diventa
però censore del territorio dichiarando di “pessimo gusto l’esultanza di quanti
coloro gioiscono sguaiatamente, quando molte famiglie di lavoratori si
interrogano sul loro futuro”. Il
solito gioco di nascondere le responsabilità proprie e della politica sul
rischio che corrono i dipendenti della Tossilo Spa che ha in gestione il
sistema di trattamento dei rifiuti di Tossilo.
L'esperienza
ci dice che, oggi, i lavoratori della Tossilo Spa hanno tutti gli elementi per
capire che il loro posto di lavoro è messo a rischio proprio da quei ritardi e
da quel disordine con cui la politica regionale e locale ha gestito l'intera
programmazione in tema di rifiuti e così bene espressi dalle parole della sentenza
del Tar. Hanno
gli elementi, quei lavoratori, anche per capire che se a suo tempo fossero
state seguite le proposte del Comitato per la realizzazione di un nuovo sistema
di trattamento dei rifiuti, quei posti di lavoro non solo non sarebbero a rischio,
ma oggi sarebbero potuti anche essere incrementati.
La
battaglia che ha portato a questo importante risultato il Comitato Non
bruciamoci il futuro, l’associazione Zero Waste Sardegna insieme all’Unione dei
Comuni della Barbagia e al comune di Nuoro, è durata circa sei anni.
Un
tempo lungo in cui molto è successo. In sei anni si fa in tempo a vedere di
tutto. Cambiano i governi regionali, scompaiono le Province così come le
abbiamo conosciute, qualcuno cambia partito e persino coalizione di
appartenenza e in molti cambiano le loro idee.
Abbiamo
cercato in questo periodo, nonostante le enormi difficoltà e la fatica nel
portare avanti la nostra battaglia, di rimanere fermi nelle nostre convinzioni
col solo obiettivo di salvaguardare il territorio e i cittadini da una scelta
nefasta che avrebbe condannato il territorio ad un modello di sviluppo vecchio,
insalubre e perdente.
Sempre
senza mai una forma di sguaiataggine neanche nei giorni scorsi, quando si è conosciuto
l'esito positivo della sentenza.
Ai cittadini, ai Comitati e ai gruppi che in tutta la Sardegna hanno sostenuto il
nostro lavoro va un sentito grazie per una vittoria ineccepibile che non può
essere sporcata dalla malevolenza o dalle insinuazioni di nessuno, men che meno
da quelle di chi dimostra ancora una volta di non aver capito quale sia il suo
ruolo.
La partita sembra essere ancora
aperta perchè, così come ci ricorda lo stesso consigliere Congiu, sarà
probabilmente promosso un ricorso al Consiglio di Stato che dovrà decidere
definitivamente sulla questione. Cercheremo di essere presenti
anche a quest'ulteriore appuntamento, ma ci permettiamo di fare la seguente
riflessione:
in un Paese civile in cui la
politica non avesse perso la capacità di ascoltare i propri cittadini, non ci
sarebbe stato bisogno di ricorrere neanche al Tribunale Amministrativo Regionale per evitare un pasticcio come quello dell'inceneritore di Macomer, le
cui storture erano sotto gli occhi di tutti e che tutti avrebbero potuto vedere se solo
avessero avuto la libertà e la buona volontà di farlo. In un Paese civile la
politica non cavalca la paura degli operai indicando come sguaiata la
soddisfazione di chi ha combattuto una battaglia democratica per salvaguardare
la qualità della vita dei propri concittadini e per il rispetto delle regole
stabilite.
La sentenza del Tar ci
riconcilia almeno in parte con l'idea che siamo ancora un Paese civile; le parole del consigliere Congiu ci confermano che
viviamo un periodo storico in cui non c'è più la politica.
Macomer, 18.07.2016
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