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venerdì 17 aprile 2015

LA POLITICA NON STA TUTELANDO GLI INTERESSI DEI CITTADINI

Apprendiamo oggi dalla stampa che la Procura di Cagliari ha avviato un'inchiesta sull'iter amministrativo che ha portato al finanziamento del nuovo inceneritore di Tossilo, partendo da una relazione inviata dal nostro Comitato (così riporta La Nuova Sardegna).
Non è nostro compito entrare nel merito del lavoro della Procura, ma certamente il suo interesse nella vicenda rafforza i nostri dubbi sulle anomalie e illegittimità delle procedure seguite per il progetto di un nuovo inceneritore a Tossilo, dubbi che, in questi anni, più volte abbiamo segnalato a tutti i soggetti interessati, non solo alle Procure di Nuoro, Oristano e Cagliari, ma anche a ASL, ARPAS, Regione, Provincia, Comuni, Ufficio SAVI, presidente, assessori e consiglieri regionali. Tutto il nostro lavoro è stato fatto in totale correttezza e trasparenza ed è consultabile da tutti nel nostro blog.
In questa vicenda, ciò che emerge sempre più in modo preoccupante è che la politica non sta tutelando gli interessi dei cittadini. Certo, occorre fare qualche distinguo tra la politica locale, provinciale e regionale, ma il quadro che ne viene fuori è comunque desolante e sconcertante.

Cosa abbiamo sempre denunciato?

1) L'illegittimità degli atti e la loro incoerenza con la pianificazione regionale
Il Commissario liquidatore del Consorzio Industriale di Tossilo soppresso dal 2008, invece di occuparsi di liquidarlo, propone e ottiene finanziamenti consistenti con atti che il Comitato ha denunciato come illegittimi e incoerenti con la pianificazione regionale.
Il Piano Regionale sulla Gestione dei Rifiuti infatti mette in capo alla Regione Sardegna, tramite l’Autorità d’Ambito, mai costituita, la competenza degli impianti di trattamento/smaltimento dei rifiuti e l’affidamento della loro gestione, mediante procedure ad evidenza pubblica.
Inoltre la delibera regionale di adozione e approvazione del piano prevede, tra i 5 scenari a 2 o a 3 poli di smaltimento/incenerimento, la realizzazione dello scenario a due poli (Macchiareddu/ Capoterra e Nord Sardegna/Sassari), riservando all’impianto di Tossilo il suo adeguamento per andare in dismissione con la realizzazione dei due poli.
Nella vicenda di Tossilo in realtà, oltre ad una richiesta illegittima, il commissario liquidatore del Consorzio ha di fatto scelto e imposto a tutta la Regione uno scenario di smaltimento/incenerimento a 3 poli, diversamente da quanto previsto dalla deliberazione di Giunta regionale.
Occorre rimarcare a questo riguardo che le amministrazioni locali si sono mosse in maniera differente; i comuni di Birori, Bortigali e Sindia (giusto per citare la maggioranza dei comuni che hanno costituito il consorzio in liquidazione dal 2008), hanno più volte adottato delibere contro la realizzazione del nuovo inceneritore, delle quali non si è tenuto conto.
I comuni di Macomer e Borore invece hanno sostenuto una posizione ambigua e contraddittoria prima approvando un documento di sintesi che si pone in antitesi al quadro progettuale e programmatico proposto dal Consorzio e poi tacendo sulla scelta operata dallo stesso. Il documento testualmente recita “In Sardegna risultano sufficienti due impianti di smaltimento il primo con riferimento all’area metropolitana di Cagliari e alla Sardegna centro meridionale (l’impianto esistente del Casic) il secondo da realizzare nel corridoio territoriale Sassari-Olbia e avente riferimento la Sardegna Centro-settentrionale. Sono del tutto sbagliate soluzioni diverse e visibilmente irragionevoli: non è, quindi, accettabile la soluzione Ottana proposta qualche anno fa dalla Giunta Soru, né qualunque altra soluzione similare posta nel centro Sardegna”. Il documento prosegue sostenendo che il nuovo impianto dovrà funzionare solo ed esclusivamente nella fase transitoria che potrà durare 5/8 anni: “nessuna disponibilità alla sua implementazione produttiva, nessuna disponibilità alla sua operatività nel medio e lungo periodo”.

Cosa significa tutto questo?
Significa che il Consorzio di Tossilo, evidentemente “all’insaputa” delle Amministrazioni di Borore e Macomer, ha effettuato una di quelle scelte che il documento di sintesi sopracitato ha definito inaccettabili, con i due sindaci che non hanno sentito il dovere etico e morale, prima ancora di quello politico, di contrastare il progetto del nuovo inceneritore contrario ai principi da loro stessi enunciati nel documento di sintesi.

2) Le contraddizioni a livello provinciale
Anche a livello provinciale il quadro è composto da atti di importanza rilevante e da comportamenti contraddittori della politica.
La Provincia di Nuoro si è dichiarata sin dal 2012 a favore del superamento della tecnologia dell’incenerimento, rimarcando la necessità di costruire un sistema alternativo in sintonia con le proposte formulate dal Comitato NBF. Più recentemente, nel mese di novembre 2014, ha anche approvato un documento sulle problematiche dello smaltimento dei rifiuti che richiede la sospensione dell’attuazione del nuovo inceneritore (vedi qui). Questo documento non è stato mai trasmesso all’ufficio SAVI, né all’ufficio AIA provinciale, ed è stato tenuto ”nascosto sino ad oggi”, a rimarcare la forza prepotente e arrogante di chi lavora dietro le quinte per salvaguardare interessi inconfessabili.
Come se non bastasse, nel mese di gennaio del corrente anno il presidente della Provincia, in piena fase di procedura di valutazione dello SIA, ha ritenuto opportuno sostituire la responsabile dell’ufficio AIA, che aveva seguito sin dall’inizio l’iter della procedura effettuando anche numerose osservazioni contrarie all’impianto dello SIA per la realizzazione del nuovo inceneritore.
Riteniamo questo episodio quanto meno sospetto di una intromissione della funzione politica nelle prerogative amministrative, che a nostro avviso si è tradotto in un pesante condizionamento della procedura di VIA.

3) Le nostre preoccupazioni per la salute, l'ambiente, le produzioni agro-pastorali.
La presenza delle diossine nel nostro territorio è stata accertata già nel 2010, come comunicato dalla ASL di Nuoro e dallo stesso sindaco Succu. (vedi qui)
Noi abbiamo sempre richiesto di conoscere su quali controlli e dati si basassero quelle comunicazioni, ma non abbiamo mai avuto risposta dalla ASL o dagli amministratori comunali, né abbiamo mai saputo se fossero stati adottati i conseguenti provvedimenti precauzionali.

4) La delibera della giunta regionale
A livello regionale la politica ha manifestato più di una contraddizione e la vicenda di Tossilo ha fatto vacillare persino la tenuta della stessa maggioranza che governa la regione.
Nonostante la presentazione di una proposta di Legge regionale di moratoria di 5 anni contro gli inceneritori, firmata e deposita nel mese di febbraio da 16 consiglieri di maggioranza e la posizione contraria alla realizzazione del nuovo impianto di Tossilo espressa da altri numerosi consiglieri regionali, la Giunta regionale, con delibera “d’urgenza”, ha fatto proprio il parere positivo dell’Ufficio SAVI alla realizzazione del progetto.
Sul parere del SAVI occorrerebbe effettuare più di una considerazione, ci limitiamo qui a sottolineare che l’istruttoria è stata caratterizzata da una eccessiva fretta, soprattutto nell’ultima fase dopo il deposito da parte del Consorzio delle controdeduzioni alle numerose e corpose osservazioni, e paradossalmente sono state invece considerate, secondo noi, valutazioni incomplete e scorrete sullo stato di salute dei cittadini e sull’incidenza ambientale e pareri non dati, come quello dell’ufficio AIA della provincia di Nuoro, che ci risulta non sia potuto entrare nel merito delle controdeduzioni.
Siamo convinti in ogni caso che l’ufficio, nonostante le rassicurazioni date, non abbia tenuto nel dovuto conto le numerose criticità dello SIA segnalate dal Comitato, dall’Associazione Medici per l’Ambiente, da diverse amministrazioni e numerosi cittadini, assecondando, secondo noi, una lobby inceneritorista, presente da sempre negli uffici della Regione, che ha condizionato e “intrappolato” la Giunta regionale.
L’Ok della Giunta regionale, che ha dato il via al proseguimento dell’iter autorizzativo, è stato un atto di arroganza, perché giunto alla vigilia di una manifestazione organizzata dal Comitato, ma allo stesso tempo è stato anche un atto di debolezza perché ha evidenziato la sua incapacità a confrontarsi con i cittadini e intraprendere una politica adeguata per affrontare le nuove sfide nel campo della gestione dei rifiuti, come fra l’altro annunciato nel programma elettorale.

La politica e la tutela degli interessi dei cittadini
Riteniamo che non tutto sia perduto, ci sono sufficienti margini affinché il nuovo inceneritore non si realizzi a patto che la politica locale, provinciale e regionale tuteli l’interesse dei cittadini e svolga appieno il proprio ruolo.
Nella prima decade di maggio si terrà probabilmente la conferenza di servizi conclusiva per il rilascio dell’AIA da parte della Provincia di Nuoro, e questa sarà forse l’ultima occasione per bloccare definitivamente il progetto, per impedire che il Consorzio stipuli il contratto con l’impresa aggiudicatrice del bando di gara, evitando, oltreché il danno finanziario che deriverebbe da un blocco tardivo del progetto, anche la beffa per la realizzazione di un progetto che la stragrande maggioranza dei cittadini non vuole e che anche una parte consistente della politica locale, provinciale e regionale dice di non volere.
Occorre però che la Provincia e i Comuni interessati (in particolare quelli che hanno costituito il Consorzio) richiedano formalmente e con forza di poter partecipare alla conferenza di servizi conclusiva dell’AIA per esprimere la loro contrarietà, non considerata, secondo noi, nel procedimento di Valutazione Ambientale concluso dal SAVI;
Occorre che a livello regionale venga assunto un atto immediato che sospenda il progetto del nuovo inceneritore di Tossilo per poter procedere contestualmente e urgentemente alla revisione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, oramai datato e non più commisurato alle effettive esigenze impiantistiche della nostra Regione.

Il Comitato, al di la di ciò che la politica locale, provinciale e regionale riuscirà a realizzare, non si fermerà e anche in caso di rilascio dell’AIA, terrà alta la mobilitazione per intentare un ricorso al TAR ed eventualmente al Consiglio di Stato.
Proprio il Consiglio di Stato ha recentemente annullato l’AIA rilasciata dalla Provincia di Grosseto all'inceneritore di Scarlino, in una vicenda molto simile alla nostra, ribadendo che il rilascio delle autorizzazioni deve conseguire soltanto all’esito di un’indagine epidemiologica completa sulla popolazione dell’area interessata e che l’oggetto della VIA non è l’inceneritore in sé, ma è l’ambiente che deve sostenerlo. Cioè, con la procedura di VIA si deve verificare, in un dato territorio, la capacità dell’ambiente e della popolazione di sostenere le ulteriori emissioni, previste con l’avvio di un nuovo impianto pericoloso.

Certamente però un'evoluzione della vicenda che dovesse vedere i cittadini costretti a ricorrere al TAR e al Consiglio di Stato, rappresenterebbe un'ennesima e gravissima sconfitta della politica.


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