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mercoledì 23 novembre 2016

Le nostre osservazioni al Rapporto preliminare del nuovo Piano Regionale Rifiuti

Assessorato della Difesa dell’Ambiente
Regione Autonoma della Sardegna
Servizio Valutazioni Ambientali
Via Roma, 80
09123 CAGLIARI


Oggetto: Procedura di verifica di assoggettabilità a VAS relativa ad “aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani”. Rapporto preliminare: osservazioni.

Premesso che:
  • la partecipazione dei cittadini portatori di interesse “nell’elaborazioni di taluni piani e programmi in materia ambientale”, tra i quali quelli in materia di gestione dei rifiuti, rappresenta uno dei 3 pilastri (accesso alle informazioni, partecipazione e accesso alla giustizia) su cui si fonda la normativa comunitaria e nazionale nei processi decisionali in materia ambientale;
  • In particolare si fa riferimento alla Convenzione di Aarhus, recepita dalla Stato italiano con la legge 16 marzo 2001 n. 108, alla direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003, recepita dall’Italia con D.Lgl. 3 aprile 1996, n. 152 e s.m.i. e al Regolamento (CE) n. 1367/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006 sull’accesso alle informazioni, sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali e sull’accesso alla giustizia in materia ambientale, dove per “pubblico” si intende “una o più persone fisiche o giuridiche, nonché le associazioni, le organizzazioni o i gruppi costituiti da tali persone”.
  • Come riportato nei consideranda del regolamento citato: “La convenzione di Aarhus impone alle parti di adottare le disposizioni atte a consentire al pubblico di partecipare all’elaborazione dei piani e dei programmi in materia ambientale. Tali disposizioni devono prevedere termini ragionevoli per informare il pubblico del processo decisionale in materia ambientale in questione. Per essere effettiva, la partecipazione del pubblico deve avvenire in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili. In sede di adozione delle disposizioni relative alla partecipazione del pubblico, le istituzioni e gli organi comunitari dovrebbero individuare il pubblico ammesso a partecipare. La convenzione di Aarhus impone inoltre alle parti di adoperarsi, nella misura opportuna, per consentire al pubblico di partecipare all’elaborazione delle politiche in materia ambientale”.

Considerato che:
  • dal Rapporto preliminare dell’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani, sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità a VAS, si evince che gli estensori dello stesso ritengono che non debba essere sottoposto a VAS in quanto trattasi di modifiche lievi del piano di gestione dei rifiuti approvato nel 2008. In questo modo è stata esclusa nella sostanza la partecipazione del “pubblico” nella fase iniziale del processo decisionale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili, in contrasto con la normativa comunitaria e nazionale in materia di partecipazione;
  • la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS è stata disposta dal Servizio Tutela dell’Atmosfera e del Territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna che aveva sostenuto la coerenza del progetto di revamping di Tossilo con il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti del 2008, in sede di VIA e di AIA;
  • le sentenze del TAR Sardegna n. 627/2016, 628/2016 e 629/2016 del 15 luglio 2016 hanno stabilito l’illegittimità del progetto di revamping di Tossilo in quanto giudicato incoerente con la scelta effettuata in sede di Piano;
  • lo stesso servizio ha contribuito alla stesura di questo aggiornamento del piano prevedendo il mantenimento del polo di Tossilo, in evidente conflitto di interessi;
  • secondo gli scriventi non possono essere considerate lievi le modifiche dell’aggiornamento del piano, tenendo conto che lo scenario di incenerimento a due poli (Cagliari e Sassari) previsto dal Piano del 2008 e approvato con delibera di Giunta regionale n. 73/7 del 21.12.2008, prevedeva la dismissione del polo di Tossilo, come più specificamente motivato dalle citate sentenze del TAR Sardegna;
  • il Piano aggiornato, pur prevedendo una raccolta differenziata dell’80%, insiste comunque sull’incenerimento dei rifiuti come unica soluzione al trattamento della frazione secca residua dei rifiuti e dei residui da R.D., senza tenere conto che tali frazioni possano essere trattate diversamente e con metodi alternativi all’incenerimento, già disponibili;
  • l’impiantistica dedicata al riciclo e al recupero di materia è del tutto carente nelle previsioni dell’aggiornamento del Piano. A tal proposito si evidenzia che l’impiantistica esistente, oltretutto sovradimensionata, è finalizzata esclusivamente al recupero e alla stabilizzazione della sostanza organica e al cosiddetto “recupero energetico”. Il recupero di materia ha interessato invece una quota insignificante dei rifiuti (0,2% nel 2014), dimostrando che è stato, e viene ancora tuttora, privilegiato il recupero energetico al recupero di materia, in contrasto con la gerarchia di gestione dei rifiuti;
  • la potenzialità complessiva prevista dal Piano aggiornato risulta comunque sovradimensionata (200.000 t/a: polo di Cagliari 140.000 t/a; polo di Macomer 60.000 t/a) già dal 2020, rispetto ai residui eventualmente “valorizzabili energeticamente” (138.000 t/anno di secco residuo, 20.000 t/anno da scarti di raccolta differenziata), rendendo inutile la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo (60.000 t/anno) che fra l’altro, sentenze del TAR e del Consiglio di Stato permettendo, sarà disponibile soltanto nel 2019;
  • destinare i cosiddetti scarti di raccolta differenziata esclusivamente all’incenerimento prima del recupero di materia, rappresenta non solo una violazione della gerarchia di gestione dei rifiuti, ma compromette lo sviluppo di tecnologie innovative, finalizzate al recupero di materia. Proprio recentemente la Regione Sardegna ha dato il via libera alla realizzazione di un impianto il cui obiettivo primario è quello di effettuare una selezione più spinta sul cosiddetto “plasmix” (un materiale costituito da plastiche eterogenee non immediatamente valorizzabili derivanti dagli scarti delle raccolte differenziate) per estrarne tutte le componenti ancora commerciabili per il mercato del riciclo. Lo stesso ragionamento si può estendere anche al secco residuo almeno per la quota di plastiche miste in esso contenute che si possono selezionare e destinare, con maggiori vantaggi, ad impianti di estrusione. Riciclare queste plastiche miste anziché destinarle al recupero energetico produce poco più di un decimo delle emissioni climalteranti prodotte dall’incenerimento;
  • gli scenari incrementali di recupero di materia attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla "Economia Circolare", con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero materia (70% rispetto all'attuale 50%), rendendo sempre più incompatibile la realizzazione di infrastrutture pesanti, come sono gli inceneritori, che hanno necessità di quantitativi di rifiuti da bruciare in grado di saturare le proprie capacità per 20-30 anni.

Constatato che
  • i due poli di incenerimento previsti nell’aggiornamento del piano (Cagliari e Macomer) si trovano a ridosso di aree particolarmente sensibili da punto di vista ambientale tra cui diversi siti della Rete Natura 2000, per la cui conservazione non sono state effettuate valutazioni adeguate in grado di escludere effetti significativi, tenendo conto che le direttive europee (Direttive “Habitat” e “Uccelli”) e la normativa nazionale in materia è finalizzata ad assicurare la salvaguardia della biodiversità e il mantenimento delle specie selvatiche e degli habitat presenti nei siti della Rete Natura 2000 in uno stato di conservazione favorevole. In particolare non risultano effettuati i prescritti monitoraggi e le opportune rilevazioni sulle ricadute degli inquinanti derivanti dalle attività pregresse dei due poli di incenerimento che possano escludere appunto incidenze significative sugli habitat e sulle specie per la tutela delle quali sono stati istituiti i Siti di Interesse Comunitario (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS);

In particolare nell'area del Marghine
  • non sono state neanche effettuate né implementate le campagne di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione nonché su opportuni indicatori biologici, come previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 12/39 del 27 marzo 2015 e nell’odg approvato a maggioranza dal Consiglio regionale (odg n. 41 del 13 maggio 2015);
  • Il Centro Epidemiologico Aziendale (CEA) dell’ASL di Nuoro ha pubblicato uno studio parziale, rispetto a quello approvato dalla stessa ASL con delibera n. 311 del 23 marzo 2011, sulle principali cause di morte in 5 aree della provincia di Nuoro relative al periodo 2000-2003, 2006-2009 e 2011-2013 (con tassi standardizzati rapportati a 10.000 abitanti) e uno successivo riferito al periodo 2011-2015 (con tassi standardizzati rapportati a 100.000 abitanti). Tali studi, parziali e incompleti, hanno sostanzialmente escluso che gli effetti dell’incenerimento possa avere qualche correlazione con le patologie tumorali registrate, attribuibili ad altre cause;
  • Dai dati di mortalità per tumore del CEA invece emerge che l’area di Macomer nel periodo 2011-2013 si allinea ai valori più alti tra le 5 aree, facendo registrare un incremento del tasso di mortalità per tumori di +2,69 punti rispetto ai dati del 2000-2003 e di + 5,9 rispetto a quelli del 2006-2009. Gli altri territori, con valori più alti nei periodi 2000-2003 e 2006-2009, hanno fatto invece registrare incrementi più bassi di Macomer (Ottana rispettivamente + 1,55 e +1,20) o addirittura decrementi significativi (Nuoro rispettivamente -1,72 e - 0,84), come si può desumere dalla seguente tabella:

Aree e Distretti
2000-2003
2006-2009
2011-2013
Differenza 2011-2013/ 2000-2003
Differenza
2011-2013/ 2006-2009
MACOMER
26,91
24,21
29,60
+ 2,69
+ 5,39
OTTANA
28,17
28,52
29,72
+ 1,55
+ 1,20
SORGONO
29,05
28,04
25,75
- 3,30
- 2,29
SINISCOLA
26,40
23,48
25,30
- 1,10
+ 1,82
NUORO
31,55
30,67
29,83
- 1,72
- 0,84
ASL 3
29,33
27,91
28,43
- 0,90
+ 0,52

MORTALITA’ PER TUMORE (M+F) NEI 3 PERIODI PRESI IN CONSIDERAZIONE DAL CEA DI NUORO
(tassi standardizzati rapportati a 10.000 abitanti)

  • Nel periodo 2011-2013 le aree di Macomer e Ottana, oggetto principale dello studio, hanno fatto registrare inoltre valori superiori alla media provinciale (Macomer: 29,60; Ottana: 29,72), maggiori di oltre un punto di quello rilevato nell’intera ASL (28,43). Tali valori sono stati confermati anche nell’ultimo report del CEA relativo al periodo 2011-2015 sia per i dati relativi al sesso femminile (Macomer: 127,84; media provinciale: 113,13) sia per quello maschile (Macomer: 227,00; Ottana: 261,80; media provinciale: 224,70). Lo stesso studio approvato dall’ASL, prevedeva un’analisi geografica delle cause in eccesso o in difetto con lo scopo di valutare le variazioni di mortalità o di ricovero in un cerchio di raggio predefinito centrato sull’area a rischio, inspiegabilmente non effettuata;
  • Appare contraddittorio, da una parte, considerare le aree di Ottana e di Macomer come quelle maggiormente esposte a rischio di inquinamento industriale rispetto alle altre aree indagate e, dall’altra, escludere nella sostanza che l’inquinamento prodotto dall’inceneritore di Macomer e dalle industrie di Ottana possa aver inciso sull’aumento dei casi di tumore e dei decessi, soprattutto in considerazione del fatto che non sono stati mai realizzati adeguati monitoraggi e controlli sulle ricadute e sul bioaccumulo degli inquinanti nei territori interessati;
  • le correlazioni tra patologie tumorali e altre fonti di contaminanti, certamente esistenti e derivanti dal fumo, dall’alcool, dal riscaldamento domestico, dal traffico, ecc., che secondo le valutazioni del CEA di Nuoro sono maggiormente correlate alle patologie tumorali, appaiono ugualmente non quantificate e non dimostrate. Nello studio manca infatti la dinamica e la consistenza di questi fattori nei territori interessati che consenta di evidenziare eventuali correlazioni e differenze, in negativo o in positivo, sull’incidenza e sulla mortalità tra le diverse aree indagate. E’ invece incontestabile che la presenza dell’inceneritore di Macomer rappresenti una fonte aggiuntiva di inquinamento;
  • Il Registro dei Tumori di Nuoro, accreditato presso l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) dal 2010 e presso l’International Agency for Reseach on Cancer (IARC) dal 2013, ha pubblicato uno studio sull’incidenza dei tumori nei 4 distretti dell’ASL di Nuoro per il decennio 2003-2012 (tassi standardizzati rapportati a 100.000 abitanti). Secondo questi dati, il distretto sanitario di Macomer occupa il primo posto per tutti i casi di tumore con una percentuale superiore agli altri distretti di circa 3 punti (Sorgono) e oltre (Nuoro, Siniscola e Ogliastra), se calcolata in relazione alla media della popolazione residente nei 10 anni considerati, come riportato nella seguente tabella;


ASL DI NUORO
ASL DI LANUSEI
Distretti sanitari
Macomer
Nuoro
Siniscola
Sorgono
Popolazione media (2003-2012)
23.918
88.139
31.043
18.158
57.709
Casi di tumore
M
1.203
2.922
941
662
1.895
F
1.013
2.414
718
529
1.575
Totali
2.216
5.336
1.659
1.191
3.470

% su abitanti
9,26
6,05
5,34
6,56
6,01





La situazione non cambia se si confrontano i tassi grezzi, mentre i tassi standardizzati, carcinomi cutanei esclusi, fanno registrare una leggera differenza soltanto nel sesso maschile, dove Macomer occupa il secondo posto dopo il distretto di Nuoro.
I dati di incidenza sono molto preoccupanti anche confrontando le principali sedi tumorali prese in considerazione per ogni singolo “distretto”. Quello di Macomer fa registrare infatti i valori più alti per la maggior parte delle sedi interessate: mammella, prostata, colon retto, polmone e tiroide.
I tassi riscontrati nei distretti sanitari di Macomer e di Nuoro sono nettamente superiori alla media provinciale sia dei tassi grezzi (595,7 per i maschi e 469,9 per le femmine) che dei tassi standardizzati (449,9 per i maschi, e 328,4 per le femmine).

I sottoscritti rappresentanti dell’Associazione Zero Waste Sardegna, del Comitato Non Bruciamoci il Futuro di Macomer e del Comitato Cittadini Liberi, chiedono pertanto che:
  • venga assicurato il coinvolgimento dei cittadini portatori di interesse in tutte le fasi decisionali dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, come prevede la normativa europea e nazionale vigente;
  • venga effettuato un urgente approfondimento in particolare sulle tecnologie alternative all’incenerimento e sulla necessità di implementare l’impiantistica di recupero di materia dai rifiuti, da effettuarsi insieme ad esperti e tecnici del settore, prima di ogni altra decisione;
  • vengano valutate le variazioni delle emissioni climalteranti prodotte dall’impiantistica di incenerimento proposta nell’aggiornamento del piano e in particolare la stima delle variazioni globali di CO2, derivante dalla realizzazione a regime (2022) dell’impiantistica di incenerimento per 200.000 t/a (140.000 t/a polo di Cagliari; 60.000 t/a polo di Macomer) rispetto alla situazione attuale (2014) dove sono stati inceneriti circa 119.000 t/a di rifiuti;
  • vengano posti in essere tutti gli adempimenti per l'effettuazione di campagne di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione nell'area del Marghine nonché su opportuni indicatori biologici, come previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 12/39 del 27 marzo 2015 e come richiesto dall’odg approvato a maggioranza dal Consiglio regionale (odg n. 41 del 13 maggio 2015). Tali campagne vengano estese anche nei territori del polo di incenerimento di Cagliari ;
  • vengano confrontati e valutati i dati e il trend delle principali cause di morte e dell’incidenza dei casi di tumore nell’ASL di Nuoro, partendo dai dati pubblicati dal CEA e dal Registro dei Tumori di Nuoro.

I sottoscritti ritengono infine che debba essere attivata la procedura di Valutazione Ambientale Strategica per garantire la partecipazione dei cittadini alle scelte che possono incidere sulla loro salute, sulla conservazione delle risorse ambientali e sullo sviluppo sostenibile dei territori in cui vivono.
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Comitato Non Bruciamoci il Futuro
Associazione Zero Waste Sardegna
Comitato Cittadini Liberi


Macomer, 23 novembre 2016



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