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giovedì 21 luglio 2016

Report della nostra conferenza stampa

Questa mattina abbiamo tenuto una conferenza stampa nella quale abbiamo commentato l’esito positivo avuto dal ricorso al Tar Sardegna contro la procedura autorizzativa del nuovo inceneritore di Tossilo/Macomer, esprimendo la nostra soddisfazione per la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale e rinnovando il ringraziamento a tutti coloro ci che hanno sostenuto, anche finanziariamente.

L’incontro, a cui hanno partecipato anche i sindaci dell’Unione dei Comuni della Barbagia e i rappresentanti di Isde/Medici per l’Ambiente, ha rappresentato l’occasione per fare il punto sui possibili sviluppi che ora emergono rispetto alla riorganizzazione del sistema regionale di gestione dei rifiuti e su quelli di una possibile prosecuzione del ricorso al Consiglio di Stato qualora la Regione Sardegna e gli altri enti coinvolti decidessero di opporsi alla inequivocabile sentenza del Tar. 
Un possibile ricorso al Consiglio di Stato su una questione strettamente connessa al mancato aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, per il quale la Regione è stata sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, rappresenterebbe, a nostro avviso, un atto gravissimo. Infatti il mancato aggiornamento del Piano, oggetto anche di un ordine del giorno del Consiglio regionale che ne richiedeva l’aggiornamento, è un elemento di giudizio che nella sentenza appare insuperabile. Qualora la Regione decidesse per il ricorso al Consiglio di Stato intendiamo segnalare il fatto alla Corte dei Conti perché valuti quello che a noi appare come un chiaro danno erariale.

I giudici hanno respinto le richieste di irricevibilità, inammissibilità e di tardività del ricorso riconoscendo che tutti i ricorrenti erano titolati e avevano interesse diretto a presentare il ricorso. I sindaci della Barbagia hanno rivendicato quindi a pieno titolo il risultato ottenuto e, di fronte alla chiara presa di posizione del Tar, hanno auspicato che la Regione Sardegna riconosca l’errore amministrativo commesso e colga l’occasione per riprogrammare le proprie politiche di gestione dei rifiuti. 

Fra le motivazioni che hanno portato i giudici amministrativi ad accogliere il nostro ricorso emerge come fatto particolarmente preoccupante il quadro finanziario con cui la stessa Regione aveva previsto di finanziare l’impianto. La cifra messa a disposizione è risultata del 30 per cento circa superiore al valore massimo che la stessa Regione aveva stimato per gli interventi di revamping come quello di Macomer.

La sentenza cassa tutta la mole di atti autorizzativi per la realizzazione dell’impianto, compresi quelli del Comune di Macomer che, pur non essendosi costituito in giudizio, esce duramente sconfitto da questa vicenda al pari degli altri enti coinvolti. Sono stati infatti annullati sia il permesso a costruire rilasciato dal Comune, sia il parere favorevole al progetto espresso sempre dal Comune in fase di VIA. Un parere espresso dall’amministrazione comunale in assenza di  un atto deliberativo del Consiglio. Nonostante questa imbarazzante posizione in cui è stato messo il Comune, il sindaco di Macomer è intervenuto, in questa fase, solo per dichiarare che la sentenza ha “certificato che non ci sono e non ci sarebbero state emergenze legate a salute e ambiente” travisando quanto riportato dalla sentenza che sostiene che i rischi sulla salute e sull’ambiente non erano stati dimostrati. Un concetto ben diverso che non esclude la possibile presenza di rischi per la salute e per l’ambiente.

Coerentemente con quanto sostenuto negli anni addietro, e rafforzati da quanto in tal senso dichiarato nella sentenza del TAR, il Comitato Non Bruciamoci il Futuro e l’associazione Zero Waste Sardegna rilanciano oggi la necessità di riprogrammare la gestione dei rifiuti secondo i nuovi dettami dell’Unione europea e del relativo pacchetto per l’economia circolare che prevedono il rapido e progressivo allontanamento dall’incenerimento dei rifiuti, con o senza recupero energetico, entro il 2020, e la dismissione degli inceneritori esistenti. In questo contesto insistere sul vecchio modello rappresenterebbe un ulteriore rischio per la salvaguardia del posto di lavoro dei circa 40 operatori attualmente occupati alla Tossilo Spa. La nostra proposta alternativa  rappresenterebbe, anche dal punto di vista della salvaguardia occupazionale, un’opportunità importante da perseguire quanto prima e riteniamo gravissime le illazioni di quanti, in questi giorni, ancora una volta hanno voluto strumentalmente contrapporre la nostra battaglia democratica alla preoccupazione per la grave situazione dei lavoratori della Tossilo Spa.
Macomer, 20 luglio 2016


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