Questa mattina
abbiamo tenuto una conferenza stampa nella quale abbiamo commentato l’esito
positivo avuto dal ricorso al Tar Sardegna contro la procedura autorizzativa
del nuovo inceneritore di Tossilo/Macomer, esprimendo la nostra soddisfazione
per la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale e rinnovando il
ringraziamento a tutti coloro ci che hanno sostenuto, anche finanziariamente.
L’incontro, a
cui hanno partecipato anche i sindaci dell’Unione dei Comuni della Barbagia e i
rappresentanti di Isde/Medici per l’Ambiente, ha rappresentato l’occasione per
fare il punto sui possibili sviluppi che ora emergono rispetto alla
riorganizzazione del sistema regionale di gestione dei rifiuti e su quelli di
una possibile prosecuzione del ricorso al Consiglio di Stato qualora la Regione
Sardegna e gli altri enti coinvolti decidessero di opporsi alla inequivocabile
sentenza del Tar.
Un possibile
ricorso al Consiglio di Stato su una questione strettamente connessa al mancato aggiornamento del Piano
regionale di gestione dei rifiuti, per il quale la Regione è stata sottoposta a
procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, rappresenterebbe, a
nostro avviso, un atto gravissimo. Infatti il mancato aggiornamento del Piano,
oggetto anche di un ordine del giorno del Consiglio regionale che ne richiedeva
l’aggiornamento, è un elemento di giudizio che nella sentenza appare
insuperabile. Qualora la Regione decidesse per il ricorso al Consiglio di Stato
intendiamo segnalare il fatto alla Corte dei Conti perché valuti quello che a
noi appare come un chiaro danno erariale.
I giudici
hanno respinto le richieste di irricevibilità, inammissibilità e di tardività
del ricorso riconoscendo che tutti i ricorrenti erano titolati e avevano
interesse diretto a presentare il ricorso. I sindaci della Barbagia hanno
rivendicato quindi a pieno titolo il risultato ottenuto e, di fronte alla
chiara presa di posizione del Tar, hanno auspicato che la Regione Sardegna
riconosca l’errore amministrativo commesso e colga l’occasione per
riprogrammare le proprie politiche di gestione dei rifiuti.
Fra le
motivazioni che hanno portato i giudici amministrativi ad accogliere il nostro
ricorso emerge come fatto particolarmente preoccupante il quadro finanziario
con cui la stessa Regione aveva previsto di finanziare l’impianto. La cifra
messa a disposizione è risultata del 30 per cento circa superiore al valore
massimo che la stessa Regione aveva stimato per gli interventi di revamping
come quello di Macomer.
La sentenza
cassa tutta la mole di atti autorizzativi per la realizzazione dell’impianto,
compresi quelli del Comune di Macomer che, pur non essendosi costituito in
giudizio, esce duramente sconfitto da questa vicenda al pari degli altri enti
coinvolti. Sono stati infatti annullati sia il permesso a costruire rilasciato
dal Comune, sia il parere favorevole al progetto espresso sempre dal Comune in
fase di VIA. Un parere espresso dall’amministrazione comunale in assenza di un atto deliberativo del Consiglio. Nonostante
questa imbarazzante posizione in cui è stato messo il Comune, il sindaco di
Macomer è intervenuto, in questa fase, solo per dichiarare che la sentenza ha
“certificato che non ci sono e non ci sarebbero state emergenze legate a salute
e ambiente” travisando quanto riportato dalla sentenza che sostiene che i
rischi sulla salute e sull’ambiente non erano stati dimostrati. Un concetto ben
diverso che non esclude la possibile presenza di rischi per la salute e per
l’ambiente.
Coerentemente
con quanto sostenuto negli anni addietro, e rafforzati da quanto in tal senso
dichiarato nella sentenza del TAR, il Comitato Non Bruciamoci il Futuro e
l’associazione Zero Waste Sardegna rilanciano oggi la necessità di
riprogrammare la gestione dei rifiuti secondo i nuovi dettami dell’Unione
europea e del relativo pacchetto per l’economia circolare che prevedono il
rapido e progressivo allontanamento dall’incenerimento dei rifiuti, con o senza
recupero energetico, entro il 2020, e la dismissione degli inceneritori esistenti.
In questo contesto insistere sul vecchio modello rappresenterebbe un ulteriore
rischio per la salvaguardia del posto di lavoro dei circa 40 operatori
attualmente occupati alla Tossilo Spa. La nostra proposta alternativa rappresenterebbe, anche dal punto di vista
della salvaguardia occupazionale, un’opportunità importante da perseguire
quanto prima e riteniamo gravissime le illazioni di quanti, in questi giorni,
ancora una volta hanno voluto strumentalmente contrapporre la nostra battaglia
democratica alla preoccupazione per la grave situazione dei lavoratori della
Tossilo Spa.
Macomer,
20 luglio 2016
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