Ciò che sostiene il consigliere Castori, sulla base dei dati forniti
dalla società Theolab sulla composizione dei rifiuti indifferenziati
di Macomer smaltiti a Tossilo, secondo i quali si potrebbero
ulteriormente differenziare e recuperare oltre il 45% tra
materiali post consumo e residui da giardino, non è una novità
ed è condivisibile. Come è evidente che il recupero di questa
percentuale di materiali porterebbe la raccolta differenziata al
70/75% del totale dei rifiuti prodotti e un risparmio di circa
il 50% del costo di smaltimento a Tossilo.
Il Comitato Non Bruciamoci il Futuro lo dice da 4 anni ed è andato
ben oltre, proponendo un sistema alternativo all’incenerimento
basato sulle tecnologie innovative a freddo, in grado di
trattare oltre il 90% dei rifiuti, con costi infrastrutturali e
gestionali decisamente più bassi, nessun pericolo di inquinamento,
per la salute dei cittadine e per la salubrità del territorio, e
soprattutto prevedendo per l’utenza l’applicazione della
tariffa puntuale, commisurata alla quantità dei rifiuti
indifferenziati realmente prodotti, secondo il principio “chi meno
produce rifiuti, meno paga”. In questo modo il cittadino viene
incentivato e premiato per la sua raccolta differenziata, che può
raggiungere così valori percentuali molto alti, chiudendo
definitivamente il sistema dell’incenerimento.
Auspichiamo che il consigliere Castori, oltre alla consapevolezza che
la raccolta differenziata possa raggiungere standard di alta
efficienza, abbia anche maturato la convinzione che un nuovo
inceneritore a Tossilo, per queste ragioni, non si debba realizzare
perchè costoso, inutile e antieconomico.
Ma di questo non si parla, così come non si parla delle scelte
sbagliate, antieconomiche e, secondo noi, illegittime che il
consorzio in liquidazione sta operando nel territorio, ben
sapendo che le tariffe alte dipendono in primo luogo dal sistema di
incenerimento e dalla sua disastrosa gestione.
In realtà ciò che accade a Tossilo sulla gestione dei rifiuti, nel
silenzio più assoluto dell’amministrazione che governa Macomer e
degli altri comuni del Marghine, è sconcertante. E’
sconcertante che un Consorzio industriale, in liquidazione da ben 8
anni, operi nel sistema come un corpo estraneo al tessuto economico e
sociale del territorio, senza la partecipazione delle istituzioni
locali che l’hanno costituito e con l’esclusione delle comunità
interessate. Non si hanno informazioni sugli atti
dell’aggiudicazione definitiva del bando di gara per la
realizzazione del contestato nuovo inceneritore e del relativo studio
di VIA obbligatorio, né tantomeno sui nuovi impianti realizzati
per il compostaggio di qualità, la selezione degli imballaggi e sul
loro funzionamento. Inoltre il braccio operativo del Consorzio
sul trattamento dei rifiuti, la società mista Tossilo S.p.a.,
non ha più soci privati e non ha senso che rimanga tale, così
come non ha senso che rimanga un consiglio di amministrazione con i
suoi relativi costi che si scaricano inevitabilmente sulle tariffe.
La discarica di Monte Muradu è in corso di esaurimento e
l’individuazione di una nuova, in prossimità dell’inceneritore,
trova insormontabili problemi di localizzazione, prospettando uno
scenario di ulteriori conflitti e pesanti impatti ambientali e
sanitari per i cittadini e per il territorio. Non si ha contezza
della presenza di diossine (annunciata dallo stesso Succu nella
seduta del consiglio comunale del 12.11.2010) e di possibili
danni alla salute dei cittadini, dell’ambiente e delle produzioni
agro-alimentari del territorio. Non si conoscono i
dati sul funzionamento dell’impianto e sui rifiuti trattati,
né gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione,
nonostante il consorzio disponga di un sito internet che non aggiorna
da due anni.
E intanto i nostri amministratori brancolano nel buio o al
massimo lanciano qualche timido segnale di protesta per la
mancata costituzione del nuovo consorzio tra Macomer e Borore,
pur sapendo che la questione è ormai chiusa perché le norme
nazionali non ne consentirebbero più la ricostituzione.
Ancora peggio, sottoscrivono
proposte di legge per il raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti
Zero”, formulando anche regolamenti impegnativi sul fronte della raccolta differenziata per poi smentirli con i fatti.
La recente delibera di indirizzo per la nuova gara d’appalto
per la raccolta dei rifiuti a Macomer ne è un eloquente esempio,
dove fra l’altro non viene rispettata neanche la previsione
percentuale della raccolta differenziata stabilita dal regolamento.
I cittadini vengono così tenuti ben lontano dalle questioni
scottanti relative alla gestione dei rifiuti perché evidentemente si
giocano sottobanco altre partite dove gli interessi e la salute dei
cittadini rivestono un ruolo marginale.
Siamo ancora in tempo ad invertire la rotta affinché
prevalgano la democrazia, la partecipazione dei cittadini e il
buon senso degli amministratori insieme a nuovi progetti condivisi, a
basso costo ed efficienti nel territorio del Marghine e non solo
in materia di rifiuti.
Chiediamo al nuovo consiglio regionale, e soprattutto al
Presidente Pigliaru, di essere garante dell’applicazione di questi
strumenti elementari di sviluppo sostenibile e di civiltà.
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