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lunedì 14 aprile 2014

Elogio al cambiamento


Ciò che sostiene il consigliere Castori, sulla base dei dati forniti dalla società Theolab sulla composizione dei rifiuti indifferenziati di Macomer smaltiti a Tossilo, secondo i quali si potrebbero ulteriormente differenziare e recuperare oltre il 45% tra materiali post consumo e residui da giardino, non è una novità ed è condivisibile. Come è evidente che il recupero di questa percentuale di materiali porterebbe la raccolta differenziata al 70/75% del totale dei rifiuti prodotti e un risparmio di circa il 50% del costo di smaltimento a Tossilo.

Il Comitato Non Bruciamoci il Futuro lo dice da 4 anni ed è andato ben oltre, proponendo un sistema alternativo all’incenerimento basato sulle tecnologie innovative a freddo, in grado di trattare oltre il 90% dei rifiuti, con costi infrastrutturali e gestionali decisamente più bassi, nessun pericolo di inquinamento, per la salute dei cittadine e per la salubrità del territorio, e soprattutto prevedendo per l’utenza l’applicazione della tariffa puntuale, commisurata alla quantità dei rifiuti indifferenziati realmente prodotti, secondo il principio “chi meno produce rifiuti, meno paga”. In questo modo il cittadino viene incentivato e premiato per la sua raccolta differenziata, che può raggiungere così valori percentuali molto alti, chiudendo definitivamente il sistema dell’incenerimento.

Auspichiamo che il consigliere Castori, oltre alla consapevolezza che la raccolta differenziata possa raggiungere standard di alta efficienza, abbia anche maturato la convinzione che un nuovo inceneritore a Tossilo, per queste ragioni, non si debba realizzare perchè costoso, inutile e antieconomico.

Ma di questo non si parla, così come non si parla delle scelte sbagliate, antieconomiche e, secondo noi, illegittime che il consorzio in liquidazione sta operando nel territorio, ben sapendo che le tariffe alte dipendono in primo luogo dal sistema di incenerimento e dalla sua disastrosa gestione.

In realtà ciò che accade a Tossilo sulla gestione dei rifiuti, nel silenzio più assoluto dell’amministrazione che governa Macomer e degli altri comuni del Marghine, è sconcertante. E’ sconcertante che un Consorzio industriale, in liquidazione da ben 8 anni, operi nel sistema come un corpo estraneo al tessuto economico e sociale del territorio, senza la partecipazione delle istituzioni locali che l’hanno costituito e con l’esclusione delle comunità interessate. Non si hanno informazioni sugli atti dell’aggiudicazione definitiva del bando di gara per la realizzazione del contestato nuovo inceneritore e del relativo studio di VIA obbligatorio, né tantomeno sui nuovi impianti realizzati per il compostaggio di qualità, la selezione degli imballaggi e sul loro funzionamento. Inoltre il braccio operativo del Consorzio sul trattamento dei rifiuti, la società mista Tossilo S.p.a., non ha più soci privati e non ha senso che rimanga tale, così come non ha senso che rimanga un consiglio di amministrazione con i suoi relativi costi che si scaricano inevitabilmente sulle tariffe. La discarica di Monte Muradu è in corso di esaurimento e l’individuazione di una nuova, in prossimità dell’inceneritore, trova insormontabili problemi di localizzazione, prospettando uno scenario di ulteriori conflitti e pesanti impatti ambientali e sanitari per i cittadini e per il territorio. Non si ha contezza della presenza di diossine (annunciata dallo stesso Succu nella seduta del consiglio comunale del 12.11.2010) e di possibili danni alla salute dei cittadini, dell’ambiente e delle produzioni agro-alimentari del territorio. Non si conoscono i
dati sul funzionamento dell’impianto e sui rifiuti trattati, né gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, nonostante il consorzio disponga di un sito internet che non aggiorna da due anni.

E intanto i nostri amministratori brancolano nel buio o al massimo lanciano qualche timido segnale di protesta per la mancata costituzione del nuovo consorzio tra Macomer e Borore, pur sapendo che la questione è ormai chiusa perché le norme nazionali non ne consentirebbero più la ricostituzione.

Ancora peggio, sottoscrivono proposte di legge per il raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti Zero”, formulando anche regolamenti impegnativi sul fronte della raccolta differenziata per poi smentirli con i fatti.

La recente delibera di indirizzo per la nuova gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti a Macomer ne è un eloquente esempio, dove fra l’altro non viene rispettata neanche la previsione percentuale della raccolta differenziata stabilita dal regolamento.

I cittadini vengono così tenuti ben lontano dalle questioni scottanti relative alla gestione dei rifiuti perché evidentemente si giocano sottobanco altre partite dove gli interessi e la salute dei cittadini rivestono un ruolo marginale.

Siamo ancora in tempo ad invertire la rotta affinché prevalgano la democrazia, la partecipazione dei cittadini e il buon senso degli amministratori insieme a nuovi progetti condivisi, a basso costo ed efficienti nel territorio del Marghine e non solo in materia di rifiuti.

Chiediamo al nuovo consiglio regionale, e soprattutto al Presidente Pigliaru, di essere garante dell’applicazione di questi strumenti elementari di sviluppo sostenibile e di civiltà.


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