Info e contatti

Per info e contatti scrivere a nonbruciamoci@gmail.com
Aggiungici ai tuoi contatti su FB: www.facebook.com/nonbruciamoci.macomer

Contatore

sabato 8 gennaio 2011

Sulle diossine, nostre vicine di casa a Macomer


E’ possibile misurare i rischi alimentari correlati alla presenza dell’inceneritore di Tossilo?

Si, ora è possibile! Interessanti possibilità sul tema della sicurezza alimentare sono finalmente offerte, anche nella nostra regione, dall’Istituto Zooprofilattico di Sassari, che ha recentemente attivato un nuovo servizio di tutela dei prodotti locali, con competenza specifica per la rilevazione della diossina nella carne e nel latte. (http://www.izs-sardegna.it/primopiano.cfm?id=222 )

L’obiettivo dell’Istituto è quello di garantire più sicurezza per i consumatori e sostegno alle aziende sarde che potranno garantire prodotti agroalimentari senza contaminazioni, tramite i nuovi controlli sulle diossine, un gruppo di composti chimici la cui pericolosità è legata al fatto che si tratta di sostanze cancerogene, il cui effetto, nel tempo, si ripercuote gravemente sul sistema riproduttivo, ormonale e immunitario.

Le diossine, come dice il commissario dell’Istituto, sono sostanze che non si degradano naturalmente, ma si accumulano lungo la catena alimentare e dagli animali possono arrivare all’uomo. La principale via di esposizione è certamente l’alimentazione. Infatti i controlli dimostrano che più del 90% dell’esposizione umana alle diossine è da attribuirsi agli alimenti di origine animale, come la carne, i latticini e i prodotti ittici». Per subire gli effetti dannosi non è necessaria una nube, bastano pochi miliardesimi di grammo.

Le principali fonti di contaminazione sono le industrie chimiche e metallurgiche, la combustione dei rifiuti solidi urbani, le centrali termoelettriche e gli INCENERITORI .

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha abbassato i limiti di assunzione giornaliera entro cui non si prevedono effetti negativi per la salute (TDI) tra 1 e 4 picogrammi per kg di peso corporeo. Da una ricerca condotta da Greenpeace Italia, risulta che in soli 210 grammi di latte, prelevato in un’azienda di Como vicina ad un inceneritore, si trovano diossine sufficienti a far raggiungere il TDI ad un bambino di 20 chili di peso.

Queste ricerche ci indicano che esiste un grosso rischio per le attività agricole e zootecniche ricadenti nella zona di influenza dell’inceneritore, perché le colture crescono su un terreno in cui si accumulano i residui dell’incenerimento e gli animali, soprattutto quelli alimentati al pascolo, ingeriscono alimenti contenenti questi residui.

Ancora oggi non abbiamo una conoscenza completa della composizione chimica degli oltre 200 composti emessi da un inceneritore, ma abbiamo la certezza che una buona parte rientra nella categoria nota come POP, ovvero gli inquinanti organici persistenti. E molti di questi inquinanti di depositano al suolo, a distanze variabili dal sito di incenerimento, contaminando alcuni degli alimenti principali: il latte e la carne di cui ci nutriamo.

2 commenti:

  1. Molto confortante sapere che nonostante la ASL abbia confermato la presenza della diossina, cosa comunicata anche dall'ex commissario Dott. Succu, i nostri amministratori, invece di richiedere i dovuti controlli a chi ora può farli, continuano a strafregarsene delle preoccupazioni di cittadini e allevatori e vanno avanti con la loro assurda idea: costrire un nuovo inceneritore che farà scomparire non la diossina, ma un bel pò di denaro pubblico!
    A quando il consiglio comunale aperto promesso dal sindaco di Macomer?
    Cittadine di Macomer

    RispondiElimina
  2. La ASL ha rilevato la presenza della diossina nel nostro territorio, lo ha confermato pubblicamente anche l'ex commissario Dottor Succu in diverse occasioni. I sindaci, che devono tutelare la salute pubblica, hanno l'autorità per richiedere tutti i dati, allora perchè non l'hanno ancora fatto?

    RispondiElimina