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giovedì 27 gennaio 2011

Il convegno sui rifiuti: verità in fumo!


Il Comitato ha seguito il convegno del 22 gennaio con una nutrita rappresentanza di cittadini, ma è potuto intervenire solo a fine convegno, nel breve spazio concesso dagli organizzatori all’ultimo minuto, ed ha espresso una valutazione negativa di quasi tutti gli interventi, ritenendoli di nessun particolare rilievo e attualità: tesi simili furono infatti già sostenute circa 20 anni fa, quando si decise di realizzare l’attuale inceneritore di Tossilo. Tutti gli interventi sui sistemi di incenerimento ci sono apparsi volti soprattutto a rafforzare le posizioni dei nostri amministratori e dei responsabili della Tossilo. Tra le affermazioni sentite, vogliamo citarne due tra le più incredibili.


1. Un inceneritore inquina meno di un caminetto!

Lo ha sostenuto il Prof. Stefano Consonni, presentando uno studio del Politecnico di Milano, sponsorizzato anche da Federambiente, forse non a caso presente al convegno con un suo rappresentante. Sarebbe stato però più corretto, a nostro avviso, informare il pubblico presente al convegno che il Laboratorio LEAP, che ha confezionato questa ricerca e di cui il Prof. Consonni è il responsabile scientifico di vari progetti finanziati anche da privati, tra i quali figura la A2A, società nata nel 2008, capitalizzata in Borsa a fine 2009 con 4,6 miliardi di Euro, con un giro di affari dichiarato di 5.910 milioni di Euro, proprietaria a fine 2009 di 5 inceneritori (tra questi Brescia e Bergamo) e 2 in fase di realizzazione (per verificare: http://www.a2a.eu/gruppo/cms/a2a/it/index.html). Il Prof. Consonni è anche presidente della società Tecnoborgo, che realizza l’inceneritore della provincia di Piacenza. In pratica, il Prof. Consonni è coinvolto direttamente nella realizzazione di alcuni tra i più grossi inceneritori italiani!

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2. L’inceneritore è l’unica soluzione oggi possibile per chiudere il ciclo dei rifiuti

Questa affermazione è stata clamorosamente smentita dalla Signora Carla Poli, dirigente del Centro di Riciclo Vedelago, unica tra i relatori a dirsi assolutamente contraria all’incenerimento dei rifiuti, che possono invece diventare, se ben recuperati e riutilizzati, materia prima e ricchezza per tutti. Carla Poli ha parlato concretamente dei sistemi alternativi avanzati e proiettati verso un’economia sostenibile, presentando l’esperienza di Vedelago, basata sulla concezione dei rifiuti come risorsa e non come materiale da incenerire.

Siamo assolutamente d'accordo con quanto detto dalla Sig.ra Poli: “bruciare è da fessi”. Carla Poli ha inoltre sostenuto la correttezza della proposta alternativa all’incenerimento presentata dal Comitato agli amministratori, che prevede la realizzazione a Tossilo di un Centro di Riciclo in grado di trattare il 100% di tutti i rifiuti conferiti. Tale proposta progettuale, se condivisa e sostenuta con convinzione dagli amministratori, potrebbe essere realizzata in pochi anni e con una spesa inferiore ai 6 milioni di Euro, cifra veramente irrisoria se confrontata agli oltre 50 milioni previsti per l’inceneritore.


Domandone finale: a chi conviene costruire gli inceneritori?

Intanto dobbiamo dire che siamo noi cittadini che li sovvenzioniamo attraverso una trattenuta sulla bolletta dell'ENEL di circa il 7%, che si chiama CIP6 ((unici in Europa a fare ciò, e per questo motivo la CE ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia !). Per l’inceneritore di Brescia, nonostante sia stato coinvolto in due violazioni di direttive europee, la società di gestione ha ricevuto nel 2006 contributi CIP 6 per oltre 71 milioni di euro. Eppure alcuni medici hanno denunciato che “il latte prodotto dalle cascine circostanti è stato respinto dalla Centrale del Latte per i quantitativi troppo elevati di diossina”.

Gli inceneritori non servono a trattare rifiuti, ma ad accumulare profitti privati con denaro pubblico!

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4 commenti:

  1. una farsa, una autentica farsa...che tristezza! sembrava di assistere all'arringa di tanti avvocati difensori (quasi)tutti tesi a dimostrare l'innocenza dell'imputato..non bastasse, per tappare la bocca al comitato hanno ben pensato di giocarsi il jolly invitando anche la signora Poli....ma, come spesso accade, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e così i nostri amministratori sono rimasti un pò male e senza parole davanti alla forza dei fatti chiaramente esplicitata dalla signora. Coraggio cari amministratori, abbiate il coraggio di fare una scelta a vantaggio della VOSTRA COMUNITA', quella che vi messo là dove siete. non dimenticatelo. grazie

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  2. Alcuni di quei professori potrebbero benissimo vendere aspirapolveri con successo, vista la facilità con cui cercano di vendere inceneritori...

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  3. Ognuno cerca di fare al meglio il suo mestiere, a parte mi sembra gli amministratori, qualcuno è quasi scappato anche prima della fine del convegno forse per paura di dover rispondere a qualche domanda dei cittadini suoi elettori.
    Un vostro sostenitore

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  4. Nuovo inceneritore a Tossilo: la posizione di iRS

    iRS, indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, lavora da molti anni e si adopera con i suoi attivisti per costruire coscienza civile per un utilizzo dei nostri territori che sia guidata dal senso di responsabilità e dal principio democratico che vede i cittadini coinvolti nelle scelte, politiche ed economiche, che riguardano la nostra terra.
    Per questo ha aderito al comitato spontaneo nato a Macomer “Non bruciamoci il futuro”.

    Tralasciando le riserve tecniche che si potrebbero muovere al progetto in questione, iRS ricorda che esistono oggi diverse alternative all’incenerimento dei rifiuti come ad esempio l’impianto di Tergu – Vedelago. Come per la questione Quirra, si propone uno studio epidemiologico per verificare scientificamente la reale esistenza e la portata di queste problematiche sanitarie e ambientali di non poco rilievo per la salute pubblica e l’economia del territorio.
    E’ arrivato per iRS il momento di fare delle scelte: vogliamo mantenere un ambiente sano per prevenire patologie tumorali e deficit del sistema immunitario; vogliamo incentivare l’agricoltura e l’agricoltura di qualità, valorizzare i nostri prodotti DOP, IGP, DOC, da agricoltura biologica e/o eco-compatibile, come previsto dalle nuove linee della CE, o preferiamo operare una scelta, come quella dell’incenerimento dei rifiuti, che andrebbe a danneggiare ulteriormente un settore già in crisi come quello agro-pastorale?
    Quale futuro si intende programmare per il nostro territorio considerato che l’agricoltura e l’allevamento sono incompatibili con l’inceneritore? Dobbiamo rassegnarci a lavorare per ammalarci o si possono operare altre scelte?

    iRS in riferimento a tutto ciò propone di sospendere la decisione di installare un nuovo inceneritore, di applicare il principio di precauzione visto che le ricerche sulla nocività per l’ambiente e la salute pubblica o non ci sono state o sono state insufficienti o discordanti, di prendere in considerazione gli esistenti sistemi alternativi all’incenerimento e la legislazione comunitaria in merito a sanzioni ed incentivi della CE per opere di risanamento ambientale: iRS propone di avviare una consultazione con la cittadinanza, i lavoratori dell’inceneritore e le aziende che operano sul territorio prima di prendere qualunque decisione definitiva. Sarebbe utile e opportuno attivare un processo che renda possibile una valutazione collettiva, comunitaria, un confronto sulle differenti soluzioni possibili per affrontare costruttivamente la questione sia sul piano dell’investimento economico e delle ricadute occupazionali che su quello della salute pubblica e ambientale. E’ necessario definire e condividere con tutte le figure interessate presupposti, obiettivi, metodi, regole e tempi per la conclusione del percorso da seguire per l’individuazione e l’attuazione di scelte importanti, per il presente e per il futuro. La tavola rotonda si è conclusa con l’annuncio, da parte dell’Amm. Comunale di Macomer, di un Consiglio Comunale aperto per discutere della questione con la cittadinanza che può diventare l’occasione per avviare un processo democratico di programmazione delle attività nel territorio.
    Apprendiamo però dalla stampa che non ci sarebbe più tempo, bisogna decidere in fretta . Sarà stata forse la fretta che ha fatto commettere la leggerezza di invitare come relatore un Ing., rinviato a giudizio per utilizzo di rifiuti tossici per fare CDR (Combustibile Da Rifiuti)?
    Non sarebbe meglio prenderci il tempo di decidere con lucidità e lungimiranza, ma anche di ragionare con concretezza per trovare soluzioni che contemperino la necessità di trattare i rifiuti e l’esigenza di salvaguardare la salute pubblica e ambientale, l’occupazione e l’economia del territorio, e volte a stimolare un’imprenditoria eco-compatibile e un’attenzione maggiore della cittadinanza alla minore produzione di rifiuti? Anche questa può essere un’occasione per costruire pezzi di sovranità, verso l’Indipendenza.
    iRS Marghine-Nugoro

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