Info e contatti

Per info e contatti scrivere a nonbruciamoci@gmail.com
Aggiungici ai tuoi contatti su FB: www.facebook.com/nonbruciamoci.macomer

Contatore

venerdì 17 dicembre 2010

Facciamo chiarezza

Così come accade per le leggende metropolitane in questi mesi si sono diffuse, in buona e malafede, le più disparate voci sull'inceneritore e sulle proposte del Comitato. Abbiamo perciò deciso di fare chiarezza sui punti più controversi in una sorta di vademecum che sarà sicuramente utile sia ai cittadini e sia a chi si occupa della "res publica".
Visto che le domande sono diverse le pubblicheremo a puntate. Ecco le prime 6:

1. Il Piano regionale dei rifiuti prevede la realizzazione di 3 poli di incenerimento a Macomer, Cagliari e nel Nord Sardegna?

Il Piano regionale non prevede come unica soluzione quella dei 3 poli di incenerimento. Anzi, tra i 5 scenari individuati nella pianificazione regionale quello che valuta la possibilità di mantenere e potenziare il polo di incenerimento a Macomer (3° polo) risulta essere il più svantaggioso da un punto di vista economico e il meno significativo nel sistema regionale.

2. Gli inceneritori consentono di chiudere il ciclo dei rifiuti?

NO! Gli inceneritori al contrario di quanto si possa pensare producono rifiuti.Una tonnellata di rifiuti incenerita produce 6.000 metri cubi di fumi, 300 kg di ceneri e 30 kg di polveri da camino che dovranno a loro volta essere smaltiti.

Un impianto che tratta anche solo 60.000 tonn/rifiuti, come quello nuovo proposto per Tossilo, produce 20.000 ton/anno di rifiuti speciali e pericolosi che contengono circa 18.000 tonnellate di ceneri, di 1.800 tonnellate di polveri da camino e 360.000 metri cubi di fumi.


3. La provincia di Nuoro può fare a meno degli inceneritori?

Certamente sì, perseguendo una politica seria di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata spinta, come del resto prevede l’attuale normativa in vigore.

La Provincia di Nuoro, che produce circa 68.000 tonn/annue di rifiuti urbani, con un incremento della raccolta differenziata al 75%, dovrà smaltire infatti soltanto 17.000 tonn/anno di residuo secco indifferenziato, una frazione decisamente inferiore alle ceneri ottenute con l’incenerimento (per un impianto da 60.000 t/anno i rifiuti da ceneri ammontano a circa 20.000 tonn/anno), senza considerare le tonnellate di fumi emessi con la combustione (circa 360.000 metri cubi).

Con gli inceneritori ci candidiamo a smaltire più rifiuti di quanti ne produciamo!


4. Perché le 2 linee di incenerimento realizzate a Macomer vengono considerate obsolete?

Non lo sappiamo! Ma già 10 anni fa il Consorzio propose di realizzare una 3^ linea, proposta che successivamente si trasformò (circa 6 anni fa), in una dismissione delle due linee, già allora considerate obsolete, con un nuovo inceneritore da 80.000 ton./anno, in quanto una portata inferiore veniva considerata antieconomica..

Oggi siamo di fronte sostanzialmente alla stessa proposta e alle stesse motivazioni.

(La prima linea ha iniziato a funzionare nel 1994, con una durata prevista di circa 20 anni e la seconda, realizzata nel 1999, è entrata in esercizio soltanto nei primi anni del 2000!)

Chiediamo di poter conoscere nel dettaglio i motivi della obsolescenza delle due linee, naturalmente con dati e documenti alla mano.


5. L’accordo di programma dell’area di crisi di Tossilo prevede la chiusura delle due linee esistenti con la sostituzione di una nuova linea di pari portata?

NO! Nell’Allegato C dell’accordo viene specificato che “L’intervento prevede la demolizione di una delle due linee esistenti (di potenzialità pari a 3 t/h ciascuna), mantenendo temporaneamente in esercizio la rimanente, e la sostituzione della linea demolita con una nuova di potenzialità pari a 7,6 t/h.”. Con questa prospettiva i due inceneritori potrebbero trattare ben 90.000 tonnellate/anno con una produzione di 27.000 tonnellate di rifiuti (ceneri), di 2.700 tonnellate di polveri da camino e 540.000 metri cubi di fumi.

6. Con la dismissione delle linee di incenerimento si perdono posti di lavoro?

No! Con un sistema alternativo basato sulla raccolta differenziata spinta e il trattamento del residuo secco indifferenziato per recuperare ulteriore materiale da utilizzare per la produzione delle cosiddette “sabbie sintetiche” possa fornire ulteriore manodopera. Anche i Sindaci di Macomer e Borore nella recente conferenza stampa (27.11.2010) hanno dichiarato che “Gli operai e i tecnici che oggi operano nella fase di incenerimento manterranno la loro occupazione in futuro nelle fasi di separazione e recupero”.

D’altra parte sono dipendenti di un Ente pubblico!


Seguiteci per le prossime domande!

Nessun commento:

Posta un commento