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lunedì 9 agosto 2010

Un nuovo inceneritore risponde alle esigenze della gestione dei rifiuti in provincia?

Il Piano Regionale deiRifiuti


Preliminarmente occorre evidenziare che uno degli elementi di critica al Piano Regionale dei rifiuti, denunciato anche nelle osservazioni presentate a Nuoro dai rappresentanti di Legambiente di Macomer nel mese di giugno 2008, in occasione di una conferenza di servizio sul piano, è rappresentato dalla sua rigidità in quanto si formulano ben 5 scenari possibili per la fase finale della gestione del rifiuto indifferenziato derivante dalla raccolta differenziata, tutti rigorosamente dedicati all’incenerimento, senza valutare altre possibili opzioni fra l’altro già disponibili in Sardegna e nel Veneto (clicca qui).

Il Piano regionale inoltre, oltre a non porsi quesiti riguardo alla problematica sanitaria che gli inceneritori oramai stanno sollevando a livello nazionale e internazionale, con una parte sempre più crescente del mondo medico e scientifico che suggeriscono un responsabile atteggiamento di precauzione, prevede una considerevole crescita della percentuale dei rifiuti trattati con l’incenerimento che passa dalla quota del 20% al 35%. Quest’ultima scelta non solo appare sproporzionata e sconsiderata, ma è anche in netta contraddizione con quanto affermato dallo stesso piano, dove si postula una “minimizzazione della presenza sul territorio regionale di impianti di termovalorizzazione”, e in totale disarmonia con quanto avviene a livello internazionale, dove la quota trattata si aggira intorno al 20% e a livello nazionale, con “appena” il 10-12%.

Tale scelta, oltre a non tenere conto del principio di precauzione, condiziona pesantemente la presente e futura pianificazione regionale e provinciale, pregiudicando lo sviluppo di altre tecnologie e metodologie innovative con la messa a regime della raccolta differenziata spinta, anche oltre il 65%, obiettivo già raggiunto da diversi comprensori regionali e nazionali.

Gli inceneritori infatti non vengono costruiti per durare solo alcuni anni e neppure possono bruciare quantitativi inferiori alle loro potenzialità (altrimenti il costo di smaltimento crescerebbe esponenzialmente) e dunque rappresentano una pesante ipoteca sul futuro della pianificazione e sulla qualità della vita dei cittadini

In ogni modo tra i 5 scenari individuati nella pianificazione regionale quello che valuta la possibilità di mantenere e potenziare il polo di incenerimento a Macomer risulta essere il più svantaggioso da un punto di vista economico e il meno significativo nel sistema regionale.

Tale dato già di per sé escluderebbe la possibilità di realizzare un nuovo inceneritore a Tossilo non solo per le esigenze della provincia di Nuoro ma dell’intera regione.


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