Le peggiori previsioni della vigilia si sono purtroppo
avverate e il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza con cui appena un
anno fa il Tar Sardegna bocciava la realizzazione del nuovo inceneritore di
Tossilo. Gli atti amministrativi ed endoprocedimentali ritenuti illegittimi dal
Tar sono dunque diventati legali e la stessa sentenza del TAR è stata
considerata suggestiva ed esuberante ma non condivisibile.
Un totale ribaltamento di quella che, per il Comitato Non
bruciamoci il futuro e l’associazione Zero Waste Sardegna, era una verità
chiara rispetto alla quale si sarebbe dovuto bloccare la procedura per la
realizzazione dell’impianto per programmare su nuove basi, condivise e corrette,
una nuova gestione dei rifiuti in Sardegna.
Sebbene le sentenze si debbano sempre rispettare, non
possiamo esimerci dall’effettuare alcuni commenti sul dispositivo del Consiglio
di Stato per metterne in evidenza alcune incongruenze che lo accompagnano,
riservandoci di effettuare una valutazione più approfondita.
A una prima lettura della sentenza appare chiaro come i
giudici del Consiglio di Stato non abbiano in alcun modo colto il grave vizio
amministrativo su cui si basa la realizzazione dell’opera, confermando
l’indirizzo a cassare le sentenze del Tar Sardegna a favore della tutela
dell’ambiente e delle ragioni dei cittadini sardi. La sospensiva della sentenza
del Tar concessa a gennaio senza entrare nel merito, tutelando gli interessi
superiori dell’Amministrazione, era già stato un chiaro segnale in questo senso.
Colpiscono enormemente le contraddizioni di lettura delle
stesse normative di settore come ad esempio quella riguardante la questione del
mancato aggiornamento del vecchio Piano regionale di gestione dei rifiuti del
2008 per il quale la Regione Sardegna era stata sottoposta a procedura di
infrazione da parte dell’UE. Il Collegio giudicante del Consiglio di Stato
sostiene in maniera incomprensibile che il Piano non era scaduto in quanto la
Direttiva 2008/98/CE prevede che l’aggiornamento del Piano debba essere
revisionato “dopo 6 anni dall’emanazione” laddove invece il testo della
Direttiva in questione recita chiaramente che i Piani “siano valutati almeno ogni 6 anni”. Il Consiglio di
Stato elude evidentemente il senso di un avverbio che invece è fondamentale per
la comprensione delle norme in materia, e che ha lasciato la programmazione
regionale, per oltre due anni, nel caos più generale portando a forzature
amministrative finalizzate a imporre un sistema gestionale non condiviso e in
piena contraddizione con le stesse scelte effettuate dalla Regione.
Altra evidente contraddizione è quella che porta il Collegio
giudicante a sostenere che il revamping dell’impianto di Tossilo con
potenziamento fosse previsto anche nella
fase transitoria del Piano fino alla
realizzazione del termovalorizzatore di Sassari. Tale assunto non si evince
dalla lettura dalle delibere regionali che hanno finanziato l’inceneritore di
Tossilo, citate nella sentenza del Consiglio di Stato, ma al contrario queste attribuiscono
a Tossilo una potenzialità non prevista nel sistema a due poli che è quello che
la Regione aveva scelto nella sua programmazione. Inoltre il termine
“transitorietà” viene interpretato in senso quasi opposto, come se non ponesse un limite temporale rispetto alla
programmazione regionale.
In sostanza, la sentenza sfavorevole ha avuto necessità di
aggrapparsi e ruotare sulla interpretazione di singole parole, per poter
ribaltare le argomentate conclusioni del TAR.
Anche il mancato accoglimento del ricorso incidentale sui
problemi della salute ci lascia sconcertati, perché sia trend dei dati di
mortalità per tumore della ASL di Nuoro che quelli sull’incidenza del Registro
dei tumori, mostrano valori in ogni caso superiori nel Marghine rispetto agli
altri distretti dell’ASL.
Appare assolutamente incongruente anche la valutazione sulle
emissioni che la sentenza valuta come accettabili in quanto al di sotto dei
limiti di legge. In realtà, come già dichiarato nell’AIA rilasciata dalla
provincia di Nuoro, si avrà un peggioramento del quadro emissivo del nuovo
inceneritore di Tossilo in rapporto all’aumento delle quantità incenerite, che
passeranno dalle 27.000 ton/anno attuali (2014) alle 60.000 ton/anno previste.
Il fatto che abbiamo perso questa partita non scalfisce le
nostre convinzioni e la speranza è che le nostre ragioni possano andare avanti
col ricorso presentato al TAR contro l’aggiornamento del Piano regionale, e che
altri possano fare chiarezza ristabilendo le priorità e lo stato di democrazia.
Macomer,
20 luglio 2017
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