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mercoledì 1 ottobre 2014

Diciamo BASTA! alle servitù nel nostro territorio

E' un momento importante per il futuro del nostro territorio, sollecitiamo TUTTI i cittadini a partecipare all'assemblea pubblica del 3 ottobre per essere informati e sostenere le ragioni del NO al nuovo inceneritore di Tossilo, del SI alle alternative pulite

Venerdì 3 ottobre, nelle ex Caserme Mura, a partire dalle ore 11.00, si terrà la presentazione pubblica dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) per la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo, a cura del Consorzio Industriale di Tossilo.
La presentazione pubblica è resa obbligatoria dalle norme che regolano la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), affinché i cittadini siano messi a conoscenza di tutte le caratteristiche del progetto e possano esprimersi nel merito, presentando le proprie osservazioni che saranno messe agli atti dal funzionario del servizio regionale SAVI, il quale procederà successivamente a valutarle.

Il Comitato NBF, costituito nella primavera del 2010 e sostenuto da circa 2.000 cittadini di tutto il territorio, da oltre 4 anni manifesta la sua contrarietà a questo progetto con documenti, comunicati, incontri con cittadini ed amministratori, convegni e manifestazioni. Una contrarietà non aprioristica e di semplice contrapposizione ideologica, come spesso affermato dai sostenitori dell'inceneritore, ma basata su studi scientifici e indagini epidemiologiche internazionali che dimostrano come le emissioni di ceneri e fumi prodotte dagli inceneritori sono causa di patologie letali per la salute umana ed hanno un effetto irreversibile di contaminazione della catena biologica. 

Lo SIA che sarà presentato venerdì 3 sostiene invece che il nuovo inceneritore non sarà causa di inquinamento dell'aria e del suolo e che le sue emissioni saranno mantenute “entro i limiti di legge”, ma non si preoccupa di verificare quale sia stato l'impatto del vecchio inceneritore che si vorrebbe sostituire e che ha operato per oltre 20 anni nel nostro territorio. Non ci risulta che siano stati effettuati controlli sull’inquinamento del suolo, dei vegetali e dei prodotti agroalimentari, nonostante gli impianti di incenerimento negli anni siano stati sottoposti a continue fermate e si siano verificati superamenti dei citati limiti di legge. Eppure la presenza di diossine nel territorio era stata già denunciata da un comunicato dell’ASL di Nuoro, che nel mese di maggio 2010 aveva anche deliberato la realizzazione di un progetto di ricerca sull’incidenza dei tumori nella popolazione del distretto sanitario di Macomer, progetto del quale non si è più saputo niente.

Lo SIA non considera minimamente neanche la presenza di numerose aziende agro-pastorali che operano in un raggio di 20 Km dal sito dell'inceneritore di Tossilo: 1.370 aziende di allevamenti bovini e ovi-caprini, con un totale di oltre 350.000 capi, che producono circa 30.000.000 di litri di latte ovino e impiegano 1.974 addetti (dati ufficiali statistica nazionale al 2013). L'Istituto Zooprofilattico di Sassari, che ha attivato da alcuni anni un nuovo servizio di tutela dei prodotti locali con competenza specifica per la rilevazione delle diossine nella carne e nel latte, dice che gli inceneritori sono tra le cause principali di contaminazione. La principale fonte di esposizione è l'alimentazione, in quanto le diossine non si degradano naturalmente, ma si accumulano lungo la catena alimentare e, dagli animali, possono arrivare all’uomo.

Dopo oltre 4 anni di battaglie si è arrivati all'atto finale: se questo sciagurato progetto passerà la valutazione di Impatto Ambientale e sarà approvato, saremo obbligati a sopportare questa “servitù” per altri 20 anni, come ben specificato nello SIA. Una servitù che pagheremo con circa 50 milioni di soldi pubblici (nostri!), con le nostre bollette elettriche (i cosiddetti incentivi verdi), le nostre tasse sui rifiuti (tra le più alte in Sardegna) e la nostra salute.

PER ALTRI 20 ANNI!



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