Info e contatti

Per info e contatti scrivere a nonbruciamoci@gmail.com
Aggiungici ai tuoi contatti su FB: www.facebook.com/nonbruciamoci.macomer

Contatore

sabato 19 febbraio 2011

A che punto siamo?


Quello appena trascorso è stato un periodo denso di attività, soprattutto a livello istituzionale, che riteniamo importante riassumere per avere un quadro più preciso delle varie posizioni sul futuro dell’inceneritore e dell’evolversi della situazione.

Partiamo dal convegno sui rifiuti organizzato dai responsabili del Consorzio e della Tossilo S.p.A.

Il Comitato ha già espresso una valutazione negativa del convegno, in quanto quasi tutti gli interventi sui sistemi di incenerimento avevano lo scopo evidente di rafforzare la posizione degli Amministratori e dei responsabili della Tossilo. Tra le affermazioni sentite, la più mirabolante è stata che “un inceneritore inquina meno di un caminetto”. Lo ha sostenuto il Prof. Stefano Consonni, non a caso coinvolto direttamente nella realizzazione di alcuni tra i più grossi inceneritori italiani, come evidenziato nel suo profilo pubblico su Internet!

La maggior parte dei relatori ha sostenuto che l’inceneritore è l’unica soluzione oggi possibile per chiudere il ciclo dei rifiuti. Sono stati tutti clamorosamente smentiti dalla Signora Carla Poli, dirigente del Centro Riciclo di Vedelago, unica tra i relatori a dirsi assolutamente contraria all’incenerimento dei rifiuti, che possono invece diventare, se ben recuperati e riutilizzati, materia prima e ricchezza per tutti. Carla Poli ha affermato di essere contraria alla soluzione proposta dai nostri amministratori (inceneritore + piattaforme di differenziazione e riciclo, tutto insieme) perché l’incenerimento dei rifiuti non è compatibile con la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso dei materiali. Si deve invece cambiare strada e andare verso soluzioni che puntino allo sviluppo sostenibile del nostro territorio.

La nostra sensazione che gli Amministratori stiano utilizzando strumentalmente le occasioni di confronto pubblico per rafforzare la propria posizione, ha trovato conferma nel Consiglio Comunale aperto di Borore. In apertura è stato presentato un documento di sintesi nel quale si ribadiva la necessità di mantenere in attività l’inceneritore, con le stesse motivazioni già sentite più volte. Dopo il dibattito non è stata data alcuna risposta ai cittadini di Borore che hanno espresso posizioni contrarie all’inceneritore, né alle domande precise poste dal Comitato. Non c’è stato alcun segnale di apertura, al contrario, si è chiuso l’incontro ribadendo la posizione iniziale: l’inceneritore è l’unica soluzione!

Ci chiediamo: perché si organizzano convegni e consigli comunali aperti se si è gia presa una decisione “blindata” e non si ha nessuna intenzione di dare risposte ai cittadini?

E’ questo l’esempio di democrazia partecipata?

Attendiamo con fiducia che i Sindaci degli altri Comuni interessati assumano le proprie decisioni nel merito di tutta la vicenda.

Il primo segnale di apertura è arrivato recentemente dalla Provincia, dove il Comitato ha potuto esporre le proprie motivazioni contrarie alla soluzione dell’incenerimento. Abbiamo incontrato l’Assessore all’Ambiente e, successivamente, siamo stati convocati in audizione dalle commissioni ambiente, salute e attività produttive. Le commissioni hanno ascoltato con grande attenzione la situazione rappresentata dal Comitato ed il presidente della seduta, Ivo Carboni, ha concluso l’incontro con una sollecitazione affinché la provincia di Nuoro si riappropri del ruolo affidatole dalle norme di legge e si proponga, per la gestione dei rifiuti, come modello virtuoso per tutta la Sardegna.

Successivamente, in una recente seduta, il Consiglio Provinciale ha approvato all’unanimità un documento di sintesi sulla problematica dello smaltimento dei rifiuti, nel quale si impegna a cogliere due obiettivi: la riduzione dell’inquinamento e di tutti gli indici relativi alla salute pubblica e la riduzione delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti. Per raggiungere questi obiettivi sarà istituita una Conferenza Programmatica, alla quale parteciperanno tutti i soggetti istituzionali e non, che avrà il compito di dare mandato ad un Comitato Tecnico Scientifico indipendente, che dovrà formulare ipotesi di modifica sostanziale al Piano Regionale dei rifiuti perché vengano colti gli obiettivi stabili dal Consiglio Provinciale.

Il 17 febbraio il problema della gestione dei rifiuti e dell’impianto di incenerimento di Tossilo è stato portato all’attenzione del Consiglio Regionale tramite un’interpellanza presentata dai Consiglieri di SeL, Sechi, Zedda Massimo, Uras, Zuncheddu, i quali, nel rappresentare puntualmente la situazione, hanno chiesto che anche i nostri rappresentanti istituzionali a livello regionale si esprimano nel merito.


In tutto questo ci si chiede che fine abbia fatto il consiglio comunale aperto promesso più e più volte dal sindaco Uda negli ultimi mesi e sempre rimandato.

Ci auguriamo che le sue non siano solo promesse di marinara memoria...

4 commenti:

  1. Siamo in molti a chiederci perchè il sindaco Uda non ha ancora dato la parola ai cittadini.
    Cosa, o chi, glielo impedisce? Non doveva rappresentare tutti?
    A Borore c'è stato almeno un momento di confronto e invece gli amministratori di Macomer si sono chiusi nella stanza dei bottoni, lasciando fuori chi la pensa diversamente da loro. Si sono fatti la "task force", ma sono sempre le stesse persone. Magari cambiando nome si potessero cambiare anche le teste!
    E' veramente deprimente sapere che, nonostante i cittadini siano mobilitati da quasi un anno, loro continuano ad andare avanti a decidere per tutti (non importa cosa)senza aprire la porta a nessuno.
    E' evidente che pensano ai cittadini come ad avversari politici, solo perchè hanno opinioni diverse dalle loro e si permettono di fare delle proposte alternative. Quello che per amministratori saggi e lungimiranti sarebbe una ricchezza, per loro è soltanto un rompimento di .......!!!!

    RispondiElimina
  2. dovremo imparare da Buddusò,
    li c'era solo la possibilità che un giorno avrebbero potuto "ospitare" un inceneritore, qui abbiamo la certezza e i nostri amministratori non ascoltano i cittadini.....
    con un referendum popolare Buddusò ha detto NO a questa possibilità, il comune ha condiviso questa scelta con i propri abitanti vista la petizione contraria firmata da 280 persone, aveva deciso di sottoporre la questione direttamente agli abitanti. Precisando che l'amministrazione comunale avrebbe portato avanti «comportamenti coerenti con le scelte della popolazione».
    se non sbaglio anche il programma del nostro sindaco parlava di condivisione....

    RispondiElimina
  3. A fronte di 20 milioni di investimento per continuare a produrre inquinamento con polveri talmente sottili da modificare il ns.Dna ,la regione Sarda e i loro amministratori rinunciano a dare fondi per potenziare le ns. strutture locali in termine di Sanità, per le quali non ci sono soldi,mentre per continuare a tenere in piedi un mostro che uccide le ns. popolazioni, i soldi si trovano.Basti pensare che i ns.rais locali pur di mantenere i loro vantaggi economici non si preoccupano minimamente della salute dei loro cittadini visti come disturbatori.Ci meraviglia ancora come oggi Lorsignori continuino a portare avanti con la complicità di commissari straordinari, consiglieri comunali apparentati e loro referenti alla presidenza della Tossilo spa, un piano che non fa altro che aumentare la tarsu a carico dei cittadini, mettendo a rischio la loro salute e inquinando l'ambiente peggio di come non lo sia stato finora, oltretutto non rischiando nulla in solido.Proporremo se non ci fossero altre soluzioni di indire una Class Action ovvero una causa comune contro la Tossilo SPA e i loro sodali , con firmatari tutti i cittadini che in qualche modo si riconoscono danneggiati da questo comportamento assurdo dei ns.politici locali.Invitiamo il comitato N.B.I.F.ad andare avanti per la strada finora intrapresa sapemdo che è l'unica percorribile, e ricordando ai ns. politici locali che le Elezioni non sono così lontane da venire e fare cosi giustizia per le promesse rimaste nell'aria inquinata dai loro interessi privati. Grazie
    da noi tutti che siamo un numero abbastanza nutrito da far smettere le loro speranze di essere rieletti.

    RispondiElimina
  4. caso Buddusò: sarà un apripista per contrastare l'arroganza di chi vuole barattare la salute dei cittadini ed il loro territorio con gli interessi di pochi e a danno di tutti.
    Leggete L'articolo odierno che ha pubblicato La Nuova, credo sarebbe molto utile anche per gli amministratori del comune di Macomer.

    RispondiElimina