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giovedì 10 novembre 2016

Lettera ai Comuni e Proposta di Ordine del Giorno

Ai Sindaci e ai Consiglieri comunali
della Regione Sardegna


e p.c. Al Presidente del Consiglio Regionale
Ai consiglieri regionali
della Regione Sardegna


Oggetto: aggiornamento Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani e inceneritore di Tossilo


In data 20 ottobre u.s. è stato pubblicato sul sito della Regione Sardegna l’aggiornamento al Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani che contemporaneamente è stato sottoposto a verifica di assoggettabilità a VAS. La procedura di verifica è stata disposta dal Servizio Tutela dell’Atmosfera e del Territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna che aveva pronunciato parere di conformità al revamping di Tossilo in contrasto con quanto stabilito successivamente dalla sentenza del TAR. Lo stesso servizio ha contribuito alla stesura di questo aggiornamento del piano prevedendo il mantenimento del polo di Tossilo, in evidente conflitto di interessi.
Il piano aggiornato, se non verrà assoggettato a VAS, come proposto dagli estensori dell’aggiornamento, potrà essere approvato senza che i comuni, i cittadini portatori d’interesse e lo stesso Consiglio regionale possano effettuare valutazioni ed emendamenti, in modo particolare per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti residui e l’impiantistica di incenerimento e di recupero di materia.
In sintesi il piano aggiornato prevede a regime (nel 2022) una raccolta differenziata pari all’80%, considerando che i Comuni sardi, esclusi Cagliari, Sassari e Alghero, hanno già fatto registrare nel 2015 un livello di raccolta differenziata pari al 63%, con numerosi comprensori che hanno raggiunto e superato l'obiettivo minimo di legge grazie alla diffusa adozione delle raccolte domiciliari.; inoltre, un significativo numero di comuni (il 20%, corrispondenti al 13% della popolazione nel 2014) ha già raggiunto un livello di raccolta differenziata superiore al 70%, con tendenza a un progressivo incremento”.
Il piano propone anche una modifica del sistema di incenerimento a due poli (Cagliari e Sassari) scelto dalla Regione Sardegna nel 2008, con la cancellazione del polo di Sassari e la sua sostituzione con il nuovo secondo polo di Tossilo.
Il rifiuto secco da incenerire sarà pari a 158.000 t/anno (138.000 t/anno di secco residuo, 20.000 t/anno da scarti di raccolta differenziata) e l’impiantistica di incenerimento potrà trattare 200.000 t/anno di secco residuo (Cagliari 140.000 t/anno, Tossilo 60.000 t/anno). Lo stesso inceneritore di Tossilo inoltre potrà essere eventualmente dismesso dopo il 2030, vale a dire tra 15 anni. Un tempo che certamente non è né “breve”, né tantomeno salubre.
Ovviamente siamo favorevoli alla soppressione del polo di incenerimento di Sassari ma allo stesso tempo riteniamo che non ci siano i numeri per mantenere quello di Tossilo, se si considera che già dal 2020 le quantità dei rifiuti da incenerire saranno inferiori alla capacità dei due nuovi poli e il nuovo inceneritore di Tossilo potrà entrare in esercizio soltanto nel 2019, a condizione che il Consiglio di Stato accolga la richiesta della Giunta regionale e del Consorzio industriale e annulli la sentenza del TAR.
Manca invece una previsione puntuale dell’impiantistica dedicata al recupero della materia e quella esistente è orientata sostanzialmente a ridurre lo smaltimento in discarica e al recupero di materiali da incenerire.
Il Piano aggiornato insiste quindi sull’incenerimento dei rifiuti come unica soluzione al trattamento della frazione secca residua, senza tenere conto che tale frazione può essere trattata diversamente e con metodi alternativi all’incenerimento, già largamente disponibili e che si vanno diffondendo in molte parti d’Italia.
In merito all’ordinanza del Consiglio di Stato del 20.10.2016 occorre chiarire che tale dispositivo non ha annullato la sentenza del TAR nel merito della realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo. Il Consiglio di Stato ha infatti concesso solo la sospensiva della sentenza, riservandosi un giudizio di merito, su una questione che definisce delicata e complessa, entro il primo semestre del 2017. Su questo aspetto il Comitato NBF e l’associazione Zero Waste Sardegna non resteranno a guardare ma chiederanno al Consiglio di Stato che vengano rivalutati i dati e i tassi di mortalità e d’incidenza dei tumori nell’area e nel distretto di Macomer. E’ proprio nell’area di Macomer che si registrano infatti i tassi di mortalità e di incidenza più alti in assoluto per il sesso femminile rispetto alle altre aree indagate. Sempre nella stessa area si registra anche un incremento molto significativo rispetto alle altre aree del tasso di mortalità per i sessi aggregati, come si può rilevare dal confronto dei dati pubblicati dal CEA di Nuoro per i periodi 2000-2003; 2006-2009 e 2011-2013.
Non vi è alcun dubbio che la presenza dell’inceneritore di Macomer rappresenti una fonte aggiuntiva di inquinamento, in particolare se si procede con la realizzazione del nuovo inceneritore che, come sottolineato anche nella determinazione AIA rilasciata dalla Provincia di Nuoro, determinerà un peggioramento del quadro emissivo.
Le scelte che si stanno operando nell’aggiornamento del Piano non solo sono incongruenti da un punto di vista tecnico-amministrativo e sanitario, ma lo sono anche sul piano socio-economico-culturale. La vicenda di Tossilo mina nel profondo il nostro sistema democratico, cioè il diritto di un territorio di fare le scelte migliori, commisurate alle reali necessità, per tutelare la salute dei cittadini, la salubrità dell’ambiente nel suo complesso e le produzioni agro-alimentari. Ostacola i principi dell’economia circolare che può assicurare nuova ricchezza e posti di lavoro e impegna importanti risorse finanziarie che si potrebbero invece destinare all’incremento della RD e alla realizzazione dell’impiantistica di recupero di materia.
Si invitano pertanto i sindaci e gli amministratori locali, i consiglieri regionali a rigettare l’aggiornamento del Piano e a richiedere che la revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti avvenga col coinvolgimento immediato dei decisori politici (consiglieri regionali, amministratori comunali) e dei cittadini portatori di interesse, in tutte le fasi decisionali. Che le scelte da effettuare siano sostenute da un urgente approfondimento in particolare sulle tecnologie alternative all’incenerimento e sulla necessità di implementare l’impiantistica di recupero di materia dai rifiuti, da effettuarsi insieme ad esperti e tecnici del settore, prima di ogni altra decisione.
Per questo motivo chiediamo ai Sindaci e agli amministratori dei Comuni della Sardegna di sottoporre all’attenzione dei propri Consigli comunali, al più presto possibile, la proposta dell’O.d.g., elaborata dal Comitato NBF e dall’associazione Zero Waste Sardegna, affinché possa essere condivisa e approvata con relativa delibera comunale.
Nel ringraziarvi sin d’ora dell’attenzione inviamo i nostri distinti saluti


Per il Comitato NBF                                                                        per Zero Waste Sardegna

Macomer, 29 ottobre 2016

Recapito mail: nonbruciamoci@gmail.com



Proposta di Ordine del Giorno

Oggetto: aggiornamento Piano regionale Gestione Rifiuti Urbani e inceneritore di Tossilo.

Il Comune di __________________

Premesso che:
  • l'incenerimento dei rifiuti è la tecnologia di gestione dei rifiuti che, a fronte del più alto impatto ambientale, maggior spreco di materiali riutilizzabili, più alti costi di costruzione ed esercizio, tempi di messa in opera più lunghi, comporta la minore ricaduta occupazionale;
  • la politica di gestione dei rifiuti deve orientarsi al riuso e al massimo recupero di beni e materiali con notevole risparmio dei costi che incidono sul conferimento determinando così minori costi per l’utenza e eliminando i problemi di tipo sanitario e ambientale;
  • la Direttiva quadro 2008/98/CE, indica la scala delle priorità nella gestione dei rifiuti e afferma come prioritaria “la preparazione per il riutilizzo, il riciclo”, per cui, all’interno del recupero diverso dal riciclo, va privilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia;
  • tale scala gerarchica è già recepita nella normativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D.Lgs n. 152/2006 operata dal D.lgs n. 295/2010;
  • gli scenari incrementali di recupero di materia attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla "Economia Circolare", con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero materia (70% rispetto all'attuale 50%), rendendo sempre più incompatibile la realizzazione di infrastrutture pesanti, come sono gli inceneritori, che hanno necessità di quantitativi di rifiuti da bruciare in grado di saturare le proprie capacità per 20-30 anni;

Considerato che
  • è stato pubblicato nel sito della Regione Sardegna il Rapporto preliminare dell’aggiornamento del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU);
  • è stata attivata contestualmente la procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS);
  • tale verifica, come richiesto dagli estensori del Piano aggiornato, porterà verosimilmente ad escludere che lo stesso piano aggiornato debba essere assoggettato a VAS, dando il via libera alla sua approvazione, senza il coinvolgimento del Consiglio regionale, delle Amministrazioni locali e dei cittadini portatori di interesse, come accaduto anche nel passato recente;
  • il Piano aggiornato, pur prevedendo una raccolta differenziata dell’80%, insiste sull’incenerimento dei rifiuti come unica soluzione al trattamento della frazione secca residua dei rifiuti, senza tenere conto che tale frazione possa essere trattata diversamente e con metodi alternativi all’incenerimento, già disponibili;
  • il sistema di incenerimento proposto prevede la soppressione del polo di incenerimento di Sassari e il mantenimento del polo di Tossilo, che secondo la delibera di approvazione del Piano del 2008 doveva andare in dismissione;
  • la potenzialità complessiva prevista dal Piano aggiornato risulta comunque sovradimensionata (200.000 t/a) già dal 2020, rispetto ai residui eventualmente “valorizzabili energeticamente” (138.000 t/anno di secco residuo, 20.000 t/anno da scarti di raccolta differenziata), rendendo inutile la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo (60.000 t/anno) che fra l’altro, sentenze del TAR e del Consiglio di Stato permettendo, sarà disponibile soltanto nel 2019;
  • l’impiantistica dedicata al riciclo e al recupero di materia è del tutto carente nelle previsioni dell’aggiornamento del Piano;
  • nessuna consultazione è stata fatta tra le Amministrazioni locali e i cittadini portatori d’interesse, né tantomeno il documento è accompagnato da una condivisione delle scelte da parte dell’organo di governo e politico regionale;

Poiché il Comune, per quanto su premesso e considerato, ritiene che le scelte operate nell’aggiornamento del Piano siano incongruenti, palesemente sbilanciate nei confronti del nuovo inceneritore di Tossilo e anche squilibrate rispetto alla potenzialità di incenerimento prevista, e che inoltre non tengano conto delle alternative all’incenerimento, oramai già consolidate e disponibili

Chiede alla Giunta e al Consiglio regionale

  • di sospendere la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS;
  • di dismettere il polo di incenerimento di Tossilo, come già previsto dal Piano del 2008, e quindi di escludere dalla previsione del Piano aggiornato il nuovo inceneritore perché, oltreché costoso, antieconomico e insalubre, è inutile;
  • di investire sul polo di Tossilo come centro di recupero di materia anche con la messa in esercizio dell’impianto di selezione degli imballaggi, costato alle finanze pubbliche oltre 4 milioni di Euro, collaudato nel 2014, ma che inspiegabilmente non ha mai funzionato;
  • di coinvolgere immediatamente i decisori politici (Consiglio regionale, amministrazioni comunali) e i cittadini portatori di interesse in tutte le fasi decisionali dell’aggiornamento del Piano;
  • di effettuare un approfondimento urgente sulle tecnologie alternative all’incenerimento e sulla necessità di implementare l’impiantistica di recupero di materia, da effettuarsi insieme ad esperti e tecnici del settore, preliminare a qualsiasi decisione.



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