Ai
Sindaci e ai Consiglieri comunali
della
Regione Sardegna
e
p.c. Al Presidente del Consiglio Regionale
Ai consiglieri regionali
della Regione Sardegna
Oggetto:
aggiornamento Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani e inceneritore
di Tossilo
In data 20 ottobre u.s. è stato pubblicato sul sito della Regione
Sardegna l’aggiornamento al Piano Regionale Gestione
Rifiuti Urbani che contemporaneamente è stato sottoposto a
verifica di assoggettabilità a VAS. La procedura di verifica è
stata disposta dal Servizio Tutela dell’Atmosfera e del Territorio
dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione
Sardegna che aveva pronunciato parere di conformità al revamping di
Tossilo in contrasto con quanto stabilito successivamente dalla
sentenza del TAR. Lo stesso servizio ha contribuito alla stesura di
questo aggiornamento del piano prevedendo il mantenimento del polo di
Tossilo, in evidente conflitto di interessi.
Il piano aggiornato, se non verrà assoggettato a VAS, come proposto
dagli estensori dell’aggiornamento, potrà essere approvato senza
che i comuni, i cittadini portatori d’interesse e lo stesso
Consiglio regionale possano effettuare valutazioni ed emendamenti, in
modo particolare per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti
residui e l’impiantistica di incenerimento e di recupero di
materia.
In sintesi il piano aggiornato prevede a regime (nel 2022) una
raccolta differenziata pari all’80%, considerando che i Comuni
sardi, esclusi Cagliari, Sassari e Alghero, hanno già fatto
registrare nel 2015 un livello di raccolta differenziata pari al 63%,
con numerosi comprensori che hanno raggiunto e superato
l'obiettivo minimo di legge grazie alla diffusa adozione delle
raccolte domiciliari.; inoltre, un significativo numero di comuni (il
20%, corrispondenti al 13% della popolazione nel 2014) ha già
raggiunto un livello di raccolta differenziata superiore al 70%, con
tendenza a un progressivo incremento”.
Il piano propone anche una modifica del sistema di incenerimento a
due poli (Cagliari e Sassari) scelto dalla Regione Sardegna nel 2008,
con la cancellazione del polo di Sassari e la sua sostituzione con il
nuovo secondo polo di Tossilo.
Il rifiuto secco da incenerire sarà pari a 158.000 t/anno (138.000
t/anno di secco residuo, 20.000 t/anno da scarti di raccolta
differenziata) e l’impiantistica di incenerimento potrà trattare
200.000 t/anno di secco residuo (Cagliari 140.000 t/anno, Tossilo
60.000 t/anno). Lo stesso inceneritore di Tossilo inoltre potrà
essere eventualmente dismesso dopo il 2030, vale a dire tra 15 anni.
Un tempo che certamente non è né “breve”, né tantomeno
salubre.
Ovviamente siamo favorevoli alla soppressione del polo di
incenerimento di Sassari ma allo stesso tempo riteniamo che non ci
siano i numeri per mantenere quello di Tossilo, se si considera che
già dal 2020 le quantità dei rifiuti da incenerire saranno
inferiori alla capacità dei due nuovi poli e il nuovo inceneritore
di Tossilo potrà entrare in esercizio soltanto nel 2019, a
condizione che il Consiglio di Stato accolga la richiesta della
Giunta regionale e del Consorzio industriale e annulli la sentenza
del TAR.
Manca invece una previsione puntuale dell’impiantistica dedicata al
recupero della materia e quella esistente è orientata
sostanzialmente a ridurre lo smaltimento in discarica e al recupero
di materiali da incenerire.
Il Piano aggiornato insiste quindi sull’incenerimento dei rifiuti
come unica soluzione al trattamento della frazione secca residua,
senza tenere conto che tale frazione può essere trattata
diversamente e con metodi alternativi all’incenerimento, già
largamente disponibili e che si vanno diffondendo in molte parti
d’Italia.
In merito all’ordinanza del Consiglio di Stato del 20.10.2016
occorre chiarire che tale dispositivo non ha annullato la sentenza
del TAR nel merito della realizzazione del nuovo inceneritore di
Tossilo. Il Consiglio di Stato ha infatti concesso solo la sospensiva
della sentenza, riservandosi un giudizio di merito, su una questione
che definisce delicata e complessa, entro il primo semestre del 2017.
Su questo aspetto il Comitato NBF e l’associazione Zero Waste
Sardegna non resteranno a guardare ma chiederanno al Consiglio di
Stato che vengano rivalutati i dati e i tassi di mortalità e
d’incidenza dei tumori nell’area e nel distretto di Macomer. E’
proprio nell’area di Macomer che si registrano infatti i tassi di
mortalità e di incidenza più alti in assoluto per il sesso
femminile rispetto alle altre aree indagate. Sempre nella stessa area
si registra anche un incremento molto significativo rispetto alle
altre aree del tasso di mortalità per i sessi aggregati, come si può
rilevare dal confronto dei dati pubblicati dal CEA di Nuoro per i
periodi 2000-2003; 2006-2009 e 2011-2013.
Non vi è alcun dubbio che la presenza dell’inceneritore di Macomer
rappresenti una fonte aggiuntiva di inquinamento, in particolare se
si procede con la realizzazione del nuovo inceneritore che, come
sottolineato anche nella determinazione AIA rilasciata dalla
Provincia di Nuoro, determinerà un peggioramento del quadro
emissivo.
Le scelte che si stanno operando nell’aggiornamento del Piano non
solo sono incongruenti da un punto di vista tecnico-amministrativo
e sanitario, ma lo sono anche sul piano
socio-economico-culturale. La vicenda di Tossilo mina nel profondo il
nostro sistema democratico, cioè il diritto di un territorio di fare
le scelte migliori, commisurate alle reali necessità, per tutelare
la salute dei cittadini, la salubrità dell’ambiente nel suo
complesso e le produzioni agro-alimentari. Ostacola i principi
dell’economia circolare che può assicurare nuova ricchezza e posti
di lavoro e impegna importanti risorse finanziarie che si potrebbero
invece destinare all’incremento della RD e alla realizzazione
dell’impiantistica di recupero di materia.
Si invitano pertanto i sindaci e gli amministratori locali, i
consiglieri regionali a rigettare l’aggiornamento del Piano e a
richiedere che la revisione del Piano regionale di gestione dei
rifiuti avvenga col coinvolgimento immediato dei decisori politici
(consiglieri regionali, amministratori comunali) e dei cittadini
portatori di interesse, in tutte le fasi decisionali. Che le scelte
da effettuare siano sostenute da un urgente approfondimento in
particolare sulle tecnologie alternative all’incenerimento e sulla
necessità di implementare l’impiantistica di recupero di materia
dai rifiuti, da effettuarsi insieme ad esperti e tecnici del settore,
prima di ogni altra decisione.
Per questo motivo chiediamo ai Sindaci e agli amministratori dei
Comuni della Sardegna di sottoporre all’attenzione dei propri
Consigli comunali, al più presto possibile, la proposta dell’O.d.g.,
elaborata dal Comitato NBF e dall’associazione Zero Waste Sardegna,
affinché possa essere condivisa e approvata con relativa delibera
comunale.
Nel ringraziarvi sin d’ora dell’attenzione inviamo i nostri
distinti saluti
Per il Comitato NBF per Zero Waste Sardegna
Macomer, 29
ottobre 2016
Recapito mail: nonbruciamoci@gmail.com
Proposta di Ordine del Giorno
Oggetto: aggiornamento Piano regionale Gestione Rifiuti Urbani e
inceneritore di Tossilo.
Il Comune di __________________
Premesso che:
- l'incenerimento dei rifiuti è la tecnologia di gestione dei rifiuti che, a fronte del più alto impatto ambientale, maggior spreco di materiali riutilizzabili, più alti costi di costruzione ed esercizio, tempi di messa in opera più lunghi, comporta la minore ricaduta occupazionale;
- la politica di gestione dei rifiuti deve orientarsi al riuso e al massimo recupero di beni e materiali con notevole risparmio dei costi che incidono sul conferimento determinando così minori costi per l’utenza e eliminando i problemi di tipo sanitario e ambientale;
- la Direttiva quadro 2008/98/CE, indica la scala delle priorità nella gestione dei rifiuti e afferma come prioritaria “la preparazione per il riutilizzo, il riciclo”, per cui, all’interno del recupero diverso dal riciclo, va privilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia;
- tale scala gerarchica è già recepita nella normativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D.Lgs n. 152/2006 operata dal D.lgs n. 295/2010;
- gli scenari incrementali di recupero di materia attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla "Economia Circolare", con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero materia (70% rispetto all'attuale 50%), rendendo sempre più incompatibile la realizzazione di infrastrutture pesanti, come sono gli inceneritori, che hanno necessità di quantitativi di rifiuti da bruciare in grado di saturare le proprie capacità per 20-30 anni;
Considerato
che
- è stato pubblicato nel sito della Regione Sardegna il Rapporto preliminare dell’aggiornamento del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU);
- è stata attivata contestualmente la procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS);
- tale verifica, come richiesto dagli estensori del Piano aggiornato, porterà verosimilmente ad escludere che lo stesso piano aggiornato debba essere assoggettato a VAS, dando il via libera alla sua approvazione, senza il coinvolgimento del Consiglio regionale, delle Amministrazioni locali e dei cittadini portatori di interesse, come accaduto anche nel passato recente;
- il Piano aggiornato, pur prevedendo una raccolta differenziata dell’80%, insiste sull’incenerimento dei rifiuti come unica soluzione al trattamento della frazione secca residua dei rifiuti, senza tenere conto che tale frazione possa essere trattata diversamente e con metodi alternativi all’incenerimento, già disponibili;
- il sistema di incenerimento proposto prevede la soppressione del polo di incenerimento di Sassari e il mantenimento del polo di Tossilo, che secondo la delibera di approvazione del Piano del 2008 doveva andare in dismissione;
- la potenzialità complessiva prevista dal Piano aggiornato risulta comunque sovradimensionata (200.000 t/a) già dal 2020, rispetto ai residui eventualmente “valorizzabili energeticamente” (138.000 t/anno di secco residuo, 20.000 t/anno da scarti di raccolta differenziata), rendendo inutile la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo (60.000 t/anno) che fra l’altro, sentenze del TAR e del Consiglio di Stato permettendo, sarà disponibile soltanto nel 2019;
- l’impiantistica dedicata al riciclo e al recupero di materia è del tutto carente nelle previsioni dell’aggiornamento del Piano;
- nessuna consultazione è stata fatta tra le Amministrazioni locali e i cittadini portatori d’interesse, né tantomeno il documento è accompagnato da una condivisione delle scelte da parte dell’organo di governo e politico regionale;
Poiché
il Comune, per quanto su premesso e
considerato, ritiene che le scelte operate nell’aggiornamento del
Piano siano incongruenti, palesemente sbilanciate nei confronti del
nuovo inceneritore di Tossilo e anche squilibrate rispetto alla
potenzialità di incenerimento prevista, e che inoltre non tengano
conto delle alternative all’incenerimento, oramai già
consolidate e disponibili
Chiede
alla Giunta e al Consiglio regionale
- di sospendere la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS;
- di dismettere il polo di incenerimento di Tossilo, come già previsto dal Piano del 2008, e quindi di escludere dalla previsione del Piano aggiornato il nuovo inceneritore perché, oltreché costoso, antieconomico e insalubre, è inutile;
- di investire sul polo di Tossilo come centro di recupero di materia anche con la messa in esercizio dell’impianto di selezione degli imballaggi, costato alle finanze pubbliche oltre 4 milioni di Euro, collaudato nel 2014, ma che inspiegabilmente non ha mai funzionato;
- di coinvolgere immediatamente i decisori politici (Consiglio regionale, amministrazioni comunali) e i cittadini portatori di interesse in tutte le fasi decisionali dell’aggiornamento del Piano;
- di effettuare un approfondimento urgente sulle tecnologie alternative all’incenerimento e sulla necessità di implementare l’impiantistica di recupero di materia, da effettuarsi insieme ad esperti e tecnici del settore, preliminare a qualsiasi decisione.
Nessun commento:
Posta un commento